Il film “Cimitero Azzurro” è stato selezionato in concorso all’Alternative Film Festival di Toronto nella primavera 2017.
Una commedia all’italiana che il giovane regista Gerardo Lamattina ha voluto presentare senza fronzoli, pura e verace. Un film che è lo specchio della vita quotidiana. Un attore Rosario Vono, che interpreta con espressione e sentimento, il ruolo di uomo dapprima calabrese spocchioso. Divenuto poi pentito e colpevole da voler redimersi dei suoi “peccati”, uno in particolare che vede la morte incidentale della bimba rumena, in macchina con i suoi genitori.
Snobbiamo i dubbi se qualcuno ha pensato che il protagonista ufficiale sia Bob di Twin Peaks, ha una somiglianza pazzesca con il nostro neo-attore. No, non è lui nelle scene del film Cimitero Azzurro di Gerardo Lamattina il regista alla sua prima personale, ma non nuovo nel mondo dei lunghi e corti amatoriali. È invece un esordiente, il protagonista attore che quasi nell’assolo esprime tutta l’acerba verità di un mondo in cui l’uomo ha perso l’anima.
Lui, si chiama Rosario Vono l’attore di Cimitero Azzurro, nato in provincia di Crotone, con un vissuto alle spalle che senza dubbio ha lasciato il segno su dorsi larghi ma anche grande voglia di fare esperienze che nulla avevano a che fare con una vita quotidiana logorante e monotona. Lui ex finanziere dell’anti-droga scappato dalla sua Calabria a soli 12 anni nella città della Mole, poi trapiantato nel ravennate. Nonostante ribelle di nascita, dove tutto non è scontato e tutto è da rifare forse un po’ come la sua vita che va vissuta senza impedimenti, ha voluto partecipare al docu-film.
Tutto successe tramite blablacar. Lui cerca un passaggio e a offrire ospitalità nella sua vettura è proprio il regista Gerardo. Che raccontandosi a vicenda la loro vita nel tragitto, decidono di risentirsi e diventare amici. Questa è la vita! Il bello della vita. Da lì a poco la proposta del regista per essere il protagonista di un film che non è stravagante, ma è semplicemente un contemporaneo, anche se fotografato in ambienti “chiaro scuri” apparentemente d’altri tempi. Racconta l’inquietudine di un uomo e una società che sta morendo a causa della sua insensibilità, l’indifferenza che si è creata tra gli uomini nel nuovo millennio. Ma dove gli animali restano i migliori amici dell’uomo.
Vono interpreta bene la sua parte, quella di un individuo cinico e anche disonesto assorbito da un ambiente capace solo di trasformare l’uomo buono in androidi metropolitani che dispongono del loro codice. Ma sarà troppo tardi ravvedersi da un vissuto canaglia?
E proprio quello che è capitato a lui, dopo aver avuto quello scontro fatale che con la morte della bimba diventa un vero tormento. Quindi, parte al ritrovamento, metaforico, della bimba, in realtà cerca il suo spirito per zittire i suoi rimorsi e la ricerca in terra straniera di questo posto: un cimitero in Romania che dopo tante peripezie trova-e, ad aspettarlo il traghettatore delle anime, perché lui dannato era…. A lui ormai, non importava nulla aver perso la macchina, i soldi, aveva perso la sua pace. Ma perse anche la sua vita, così fu scritto.
Sicuramente l’intento del regista è stato quello di far emergere la nuova Italia e le sue criticità. Ma soprattutto la coscienza dell’uomo che non ha più la forza di reagire e riprendersi la sua identità antropologica, divenuta insensibile in una società che ha bisogno di ravvedersi e ricredersi.
Questo film apre le porte al disegno della buona vita e del rispetto amorevole, rivederlo anche due volte lascia qualcosa dentro. È anche vita quotidiana, meditate gente, meditate…
Ada Cosco