Il Presidente del Consiglio Nazionale, Peduto: “Il Paese si conferma troppo vulnerabile, serve più prevenzione”
ISCHIA – Morire per un terremoto di magnitudo 4.0 è assurdo. È quanto afferma Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, dopo il sisma che ieri sera ha colpito l’isola di Ischia uccidendo due donne e ferendo altre 39 persone.
A un anno dal terremoto che il 24 Agosto 2016 colpì l’Italia centrale “riviviamo di nuovo il dramma del sisma, che stavolta ha colpito l’isola d’Ischia, con epicentro a mare, al largo di Forio d’Ischia, epicentro a 5 km di profondità e magnitudo 3.6 (poi ricalcolata di magnitudo 4)” afferma Peduto.
“Lascia perplesso come un terremoto di tale magnitudo possa provocare danni e vittime nel nostro Paese, è possibile che la magnitudo possa essere stata leggermente sottostimata ma, ripeto, è francamente allucinante che si continui a morire per terremoti di questa entità” sottolinea.
Secondo il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi “il nostro Paese si conferma estremamente vulnerabile, non ci facciamo mancare niente dal punto di vista dei rischi geologici, non solo rischio sismico, ma anche vulcanico e idrogeologico. Ora sarebbe facile parlare dei ritardi della ricostruzione in Italia centrale, della necessità di accelerare interventi e azioni, ma quello che lascia più interdetti è la mancanza di atti concreti per la prevenzione”.
“Si è parlato di tante cose, dall’informativa alle popolazioni alle lezioni nelle scuole, dal fascicolo del fabbricato alle assicurazioni sui fabbricati, dal rifinanziamento della carta geologica a quello per la microzonazione sismica fino alla necessità di abbattere le case abusive, come ribadito ieri anche dal Ministro Delrio. Tante chiacchiere, ma un anno dopo non è stato fatto quasi nulla” aggiunge.
“Il governo e il parlamento si assumano la responsabilità di decidere in proposito senza farsi distogliere da interessi e lobby varie, come a proposito del fascicolo del fabbricato: ma veramente qualcuno crede ancora alla favola dei tecnici che si arricchirebbero con il fascicolo del fabbricato? Far conoscere lo stato sicurezza delle case dove un cittadino abita o lavora è un fatto di etica innanzitutto, un principio morale prima ancora che una misura di salvaguardia e di prevenzione civile. Le misure per la prevenzione non possono non essere al centro dell’agenda del prossimo governo” conclude Peduto.
Codacons chiede apertura di procedimenti penali contro le amministrazioni comunali
Dopo i gravissimi danni prodotti dal terremoto di Ischia, “ormai non resta che sperare nella clemenza degli eventi sismici, in assenza di interventi preventivi e di carattere strutturale” afferma il Codacons. Per questo, l’associazione dei consumatori chiede l’apertura di procedimenti penali a carico dei sindaci dei Comuni terremotati succedutesi negli ultimi 10 anni per concorso in disastro colposo e invita tutti gli abitanti cittadini di Ischia a costituirsi parte civile.
“È assurdo e ingiustificabile che in un Paese a rischio come l’Italia, dodici mesi dopo i catastrofici eventi sismici del Centro Italia, nulla (o quasi) sia stato fatto; ma è inaccettabile e indegno per un Paese civile che, proprio per la mancanza di prevenzione nel corso del tempo, qualsiasi tipo di evento sismico rappresenti ormai un pericolo potenzialmente letale” sottolinea l’associazione.
“Il problema non riguarda quindi – come dicono alcuni – solo l’ultimo anno: è altrettanto assurdo che il nostro Paese sia sprovvisto di un Piano Antisismico Nazionale, di una normativa di riferimento lungimirante e chiara negli obiettivi. Tanto che una proposta di legge in proposito (a prima firma di Gianluca Benamati) langue dal lontano 11 giugno 2013 in Parlamento, e chissà per quanto farà la spola tra le varie commissioni” prosegue il Codacons.
“I cittadini continuano a fare le spese dei ritardi e delle incertezze delle istituzioni; i nostri governanti devono prendersi la responsabilità di governare, individuando una volta per tutte le priorità del Paese e intervenendo di conseguenza. Invece di disperdere risorse per incentivi e bonus vari è il momento di concentrarle sulla sicurezza. Una cosa è certa: se non bastasse l’argomento della perdita di vite umane, mettere in sicurezza l’Italia costerebbe meno che ricostruirla. Il costo dei terremoti, negli ultimi 50 anni, supera la cifra di 121 miliardi; è come se gli italiani pagassero una tassa annuale da 2,6 miliardi di euro per riparare i danni” sottolinea ancora l’associazione.
“C’è una ragione se, subito dopo un terremoto, piovono annunci di provvedimenti, giri di vita, repulisti e rivoluzioni e poi, puntualmente, tutto resta com’era. I terremoti sono meno frequenti delle tornate elettorali. Basta rimandare ai posteri il problema, e il gioco è fatto”, dichiara il Presidente Carlo Rienzi. “Adesso vediamo in quanti ci parleranno di prevenzione: ma resteranno parole al vento finché non si attueranno misure concrete per mettere in sicurezza il territorio”, conclude.