A due settimane dal disastro recuperati centinaia di corpi senza vita nella capitale del Paese
FREETOWN – Non si scava più ormai nella capitale della Sierra Leone inghiottita da una colata di fango dopo le piogge torrenziali dello scorso 14 agosto che hanno provocato frane e allagamenti.
Il bilancio delle vittime, a oltre due settimane dalla tragedia, è salito a oltre mille morti accertati secondo quanto comunicato dal ministero per le emergenze del Paese africano. Interi quartieri sono stati distrutti dal fango staccatosi dalle zone collinari e negli ultimi giorni i soccorritori hanno recuperato centinaia di corpi, tra cui quelli di molti bambini.
L’area della Sierra Leone più colpita dalle piogge torrenziali nella notte tra il 13 e il 14 agosto scorsi è stata quella della capitale Freetown. Le precipitazioni incessanti hanno provocato una imponente frana che si è staccata dalla Sugar Loaf e ha travolto decine di abitazioni e le persone che vi si trovavano all’interno.
Migliaia gli sfollati, mentre squadre dell’UNICEF hanno risposto alle esigenze del grande numero di bambini e famiglie della Sierra Leone, in particolare fornendo acqua potabile e igiene. Distribuiti anche aiuti, tra cui medicinali, tende e guanti, in risposta alla richiesta di supporto da parte del Governo. L’UNICEF continua inoltre anche ad offrire sostegno psico-sociale a coloro che sono traumatizzati dall’emergenza.
“Il livello di danni è senza precedenti” ha dichiarato il rappresentante dell’UNICEF, Hamid El-Bashir Ibrahim.