Con questo rimpatrio, il 71° del 2017, salgono a 203 le espulsioni di estremisti religiosi dal gennaio 2015
ROMA – Era pronto a colpire lo Stato del Vaticano e ad avvelenare l’acqua di Roma il cittadino marocchino espulso oggi dall’Italia per motivi di sicurezza dello Stato. A firmare il provvedimento è stato il ministro dell’interno, Marco Minniti.
Si tratta di un 37enne marocchino, detenuto per reati comuni, già inserito dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria nel “1° livello di analisi (Alto)” per aver esternato il proprio compiacimento in occasione dell’attentato al Museo del Bardo di Tunisi. Secondo il 37enne l’attentato era “una giusta risposta all’intervento militare della Coalizione internazionale nei Paesi di religione mussulmana”.
Il marocchino espulso aveva, altresì, aggiunto che non avrebbe avuto difficoltà né ad entrare nello Stato Vaticano per compiere atti violenti né ad avvelenare la rete idrica di Roma.
Inoltre, “in carcere aveva fatto parte di un sodalizio attivo nel proselitismo estremista guidato da un altro jihadista tunisino legato all’ideologia dell’autoproclamato Stato islamico. Insieme ad altri detenuti, nel giugno 2015, aveva anche organizzato una violenta spedizione punitiva nei confronti di un altro recluso” spiega in una nota il Viminale.
Per questi motivi, è stato adottato il provvedimento di espulsione a firma del ministro dell’Interno ed è stato rimpatriato oggi con accompagnamento nel suo Paese di provenienza con un volo diretto in Marocco decollato dalla Frontiera aerea di Roma-Fiumicino.
Con questo rimpatrio, il 71° del 2017, risultano 203 le espulsioni di soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso eseguite con accompagnamento nel proprio Paese dal gennaio 2015 ad oggi.