Armi, munizioni, droga e 26mila euro in contanti erano nascosti in vani ricavati nei muri
BARI – Custodivano in casa un arsenale pronto all’uso tra cui 4 pistole semiautomatiche calibro 9 e tre pistole a tamburo “Smith & Wesson”, mod. 357 Magnum con la matricola abrasa. Oltre ad una mitraglietta Uzi di fabbricazione israeliana, completa di due caricatori e un silenziatore e oltre 200 proiettili di vario calibro, anche per Kalashnikov.
Nell’emporio clandestino, gestito da padre e figlia nel quartiere Japigia di Bari, non mancavano giubbotti antiproiettile e silenziatori per armi. Attività collaterale dei due era anche lo spaccio di droga che doveva fruttare parecchio visto che gli agenti, durante la perquisizione, hanno trovato circa 26 mila euro in contanti, cocaina e documentazione che “certifica” l’attività di spaccio dei due.
Le armi erano nascoste in alcuni vani ricavati nei muri e sono state rilevate da apparecchiature utilizzate dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari.
La Polizia ha anche sequestrato diverse microcamere che fornivano immagini della zona intorno all’abitazione del quartiere Japigia.
Gli investigatori, coordinati dalla D.D.A. della Procura della Repubblica di Bari, non escludono che i due siano legati ad uno dei clan che si contendono il dominio nel quartiere e che hanno dato origine alla faida tra i clan dei Parisi e quella dei Palermiti.
Padre e figlia (si trova ai domiciliari) ora sono accusati dei reati di detenzione abusiva di armi, anche clandestine, ricettazione aggravata e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.