Pechino vuole ridefinire i parametri per i prodotti con le muffe come il Gorgonzola. Coldiretti: “Stop ingiustificato”
ROMA – Sono circa 15mila i chili di gorgonzola consumati nel 2016 dai cittadini della Cina dove è in atto un ingiustificato stop ai formaggi erborinati dall’Unione Europea. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento alle dichiarazioni del vice direttore del Dipartimento per i Rapporti con l’Unione Europea del Ministero del Commercio di Pechino.
Wu Jingchun, parlando all’Ambasciata Italiana a Pechino, ha sostenuto che la stretta sui formaggi con le muffe in arrivo in Cina “non e un problema politico, ma di procedure interne”.
“Occorrerà del tempo – precisa la Confederazione – dal momento che Pechino intende ridefinire i parametri sulle muffe nei formaggi, sino ad oggi applicati in modo flessibile”.
Sono numerose le misure di carattere fitosanitario che impediscono ai prodotti made in Italy di raggiungere il gigante cinese con il quale sono in corso numerose trattative: dalle mele alle pere, dalla farina di frumento al riso da risotto.
Una anomalia se si considera che la Cina ha fatto scattare in Europa ben 256 allarmi per prodotti alimentari pericolosi nel 2016 secondo il rapporto del sistema di allerta rapido dell’Unione Europea e si colloca tra i Paesi più insicuri dal punto di vista alimentare.
Il made in Italy a tavola in Cina ha registrato un balzo del 17% del valore delle esportazioni agroalimentari nazionali nel primo bimestre del 2017. Il prodotto tricolore più richiesto dal gigante asiatico è il vino per un importo di 101 milioni di euro nel 2016 mentre il prodotto alimentare cinese piu’ importato in Italia è il concentrato di pomodoro. Il valore è di 63 milioni di euro nel 2016 e viene poi spacciato come italiano per la mancanza di un sistema di etichettatura di origine obbligatorio.