A novembre in programma un momento di confronto pubblico sull’Università
ROMA – I laureati italiani sono appena il 18% e il confronto con la media dei Paesi industrializzati (37%) emerso dal report annuale dell’Ocse dal titolo “Education at a glance 2017” è impietoso.
Il dato dei laureati italiani è migliore solo di quello del Messico e anche il sistema di orientamento universitario lascia a desiderare: la maggior parte dei diplomati sceglie facoltà umanistiche con scarsi sbocchi lavorativi e solo il 25% ottine la laurea in materie scientifiche.
“Incrementare il numero di laureate e laureati nel nostro Paese è uno degli obiettivi che ci siamo prefissati e verso il quale ci stiamo già muovendo. I dati dell’Ocse confermano un quadro che conosciamo e rispetto al quale il Governo sta mettendo in campo azioni mirate, nella consapevolezza che aumentare il numero di coloro che si laureano, con un’attenzione specifica all’incremento delle lauree nei settori scientifici, è un tema che guarda al futuro del Paese, alla sua capacità di essere competitivo nel quadro internazionale” ha affermato la Ministra Valeria Fedeli commentando i dati Ocse.
“Le risorse per il sistema universitario sono naturalmente il primo punto da mettere all’attenzione”, spiega Fedeli. “Quest’anno il Fondo per le Università aumenta dell’1%, crescerà del 4,2% nel 2018. Significa più risorse per il sistema, anche per il diritto allo studio, l’orientamento, la qualificazione dei percorsi”.
“Sul diritto allo studio abbiamo messo in campo più finanziamenti, stabilizzando il Fondo nazionale a 217 milioni, ma anche nuovi strumenti di accesso per le fasce più deboli, come la no tax area per chi ha un Isee fino a 13.000 euro e tasse ‘calmierate’ per chi è fra i 13.000 e i 30.000 euro. Stiamo mettendo in campo nuove politiche per l’orientamento e nel Fondo di finanziamento di quest’anno abbiamo anche 7,5 milioni per interventi di sostegno alle studentesse e agli studenti diversamente abili o con disturbi specifici di apprendimento e 64,2 milioni per il cosiddetto Fondo giovani (borse di mobilità internazionale, incentivi per l’iscrizione alle lauree scientifiche e a quelle di particolare interesse nazionale)” prosegue.
“Nella prossima legge di bilancio porremo un’attenzione specifica all’Università e abbiamo in programma un ampio confronto su questo settore che lanceremo a novembre, coinvolgendo tutti gli attori in campo. Abbiamo già aperto un primo confronto sul tema delle lauree professionalizzanti. Il Paese deve individuare i propri obiettivi prioritari per i prossimi anni senza i quali le risorse rischiano comunque di non essere sufficienti” sottolinea la Ministra.
Oltre al tema dei laureati l’Ocse nella sua indagine ha toccato anche quello del finanziamento del sistema di istruzione: “I dati – specifica la Ministra – si riferiscono al 2014. Da allora, con la riforma Buona Scuola e le successive leggi di bilancio, sono stati fatti investimenti importanti, tre miliardi a regime sulla scuola, che si evidenzieranno nei prossimi Rapporti dell’Ocse. Così come sono aumentati gli investimenti per l’Università. C’è già stato un cambio di passo, un impegno che intendiamo portare avanti”.