Il vino Greco di Bianco di Reggio Calabria, è tra le DOC più pregiate in assoluto per l’alta qualità e la singolarità con la quale vengono applicate metodi di trasformazione e di vin passito che ci riportano ancor prima dei tempi della Magna Grecia.
È incominciato il tour press del Gruppo della stampa specializzata Unaga-Arga, che vede i giornalisti di tutta Italia tuffarsi nel mondo ambientale ma soprattutto agroalimentare. Dal 14 al 17 settembre studio e apprendimento della cultura più antica del mondo: fare il vino, gustare, assaporare, entrare nel ciclo produttivo per sentire poi l’essenza che contraddistingue il Mantonico IGP della Locride e il Greco di Bianco DOP. Passiti variabili.
È proprio l’ARGA-UNAGA che per il secondo anno ha voluto accendere i riflettori su un’area geografica che non solo è chiamata la riviera dei gelsomini, ma è corredata da nozioni storiche che riaffiorando nell’era poco dopo avanti Cristo, regalando anche la nascita ad un elisir di grande pregio.
Il nettare di Bianco ha una sua connotazione
Il Greco, lascia le papille gustative attonite. Mentre quel sole calabro riesce a sfiorire gli acini aminei, ambrandoli, ammorbidendoli, rendendoli zuccherini per vocazione delicatamente fino a lasciare l’anima alla mercé del nascituro estratto. Nuovi aromi di cui i palati ricercati gongolano. Acini divenuti garanti di un vezzo afrodisiaco per chi apprezza l’insolito gusto, mischiato al profumo di zagara e una serie di componenti dell’area grecanica inspiegabili. Il loro letto a settembre sono dei canneti naturali che per 10 giorni circa ospitano le uve dorate. Mentre alcune aziende, per preservare l’alta qualità mette le uve sui canneti nelle serre ventilate. Due bianchi abbinabili sia con le carni bianche che con il pesce, sia per i dessert che per gli aperitivi, nonostante sia fruttato il sapore caramellato. De gustibus.
Entrare nelle aziende che raccontano
Il rapporto conoscitivo di settore, avviene nelle aziende agricole dove si produce il famoso vino bianco Greco della zona di Bianco. Prima fermata dei giornalisti all’azienda Caridi, proprietario un ex funzionario della Regione Calabria che si è buttato in agricoltura credendoci. Poi la tenuta dei Dioscuri del giovane talentuoso Flavio Latella che ha organizzato una cantina di nuova generazione, con temperature controllate. Flavio ha accolto gli ospiti in una bellissima cantina antica dove sorseggiare e degustare su una tavola bandita è stata l’occasione per uno scambio culturale. La novità che contraddistingue i piccoli produttori vuole diventare una sorta di compagine, al momento sono sei le aziende che le vede collocate in una rete, ognuno ha il suo prodotto ma sono agevolati da servizi e abbattimento di costi. Naturalmente sotto l’autorevole disciplinare.
Il museo di Locri
Anche quest’anno la meta dei giornalisti UNAGA è stata Bianco e dintorni, perché il patrimonio storico-gastronomico è veramente interessante e ricco di antichità. Ma non si può conoscere un territorio se, appunto, non si conosce il passato e, quindi il museo di Locri Epizefiri è stata la prima tappa, dove prendendo in visione i resti ben tenuti e catalogati si è compreso quali evoluzioni sono avvenute nel corso del tempo. Per poi finire al Parco archeologico dove i resti dell’arena, ancora lasciano delle impronte significative ed interessanti. Vale la pena visitarlo soprattutto per la grande ospitalità di questa gente.
Nel museo di Locri tanti i reperti che parlano di come il vino era considerato sacro all’uomo e agli dei, ciò significa che questa zona ha una benedizione particolare dalle divinità che l’anno resa consacrata a Bacco.
Ada Cosco