Accordo Roncadin-sindacati: fino al 31 Dicembre al lavoro 7 giorni su 7


Riparte la produzione nello stabilimento del colosso delle pizze surgelate colpito da un incendio

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Azienda e sindacati si incontreranno periodicamente per monitorare la situazione

PORDENONE – Venerdì 22 settembre, ore 5,30, l’azienda Roncadin, il gigante delle pizze surgelate, bruciava. Lunedì 25 settembre, ore 5, gli operai erano all’opera per le prove tecniche di produzione.

Se tutto andrà bene, da domani la produzione sarà di 237mila pizze al giorno, per incrementare progressivamente il volume e andare a regime con la capacità settimanale che c’era prima dell’incendio (oltre due milioni di prodotti), quando però si lavorava 5 giorni la settimana su tre turni da sei ore, mentre ora si opera 7 giorni su 7 con tre turni da 7 ore.

“Intanto partiranno i lavori per la realizzazione di un’altra linea, così da tornare nel giro di 6 mesi ai turni di lavoro abituali”, spiega Dario Roncadin, amministratore delegato di Roncadin Spa, azienda con sede a Meduno (Pordenone), nata nel 1992 per la produzione di pizza italiana di qualità per la grande distribuzione nazionale ed internazionale.

Le prove tecniche di produzione sono partite oggi alle 5 con la realizzazione dell’impasto della base delle pizze, che è stato poi messo a lievitare in una cella a temperatura controllata per cinque ore. Poco prima di mezzogiorno l’impasto verrà messo sulla linea per i vari test.

“È un piccolo miracolo per cui devo ringraziare tutti: dipendenti, fornitori, istituzioni, forze di sicurezza e dell’ordine. Risorgere subito è stato il mio primo pensiero. E anche se dobbiamo ancora essere sicuri di farcela davvero, sono commosso e soddisfatto”, dice Edoardo Roncadin, fondatore e presidente della società.

72 ore fa, per cause accidentali ancora non identificate dagli inquirenti, allo stabilimento è scoppiato un incendio che ha devastato la parte che ospitava le 4 linee entrate in funzione negli ultimi dieci anni, ma che non ha neppure sfiorato le due linee installate più di recente (l’ultima delle quali inaugurata all’inizio di settembre 2017), che sono decisamente più performanti e collocate in una zona separata e indipendente.

“La parte nuova si è salvata perché tutti i protocolli di sicurezza e le barriere antincendio hanno funzionato a dovere e questo ci ha permesso, lavorando di buona lena mentre ancora si stavano spegnendo gli ultimi focolai, di recuperare il salvabile, riallestire la catena produttiva e ripartire a 72 ore dal rogo”, spiega Dario Roncadin, amministratore delegato della società.

L’accordo con i sindacati

All’Unione industriali di Pordenone, la direzione di Roncadin Spa si è incontrata con le rappresentanze sindacali Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil per discutere della situazione aziendale a seguito dell’incendio che venerdì 22 settembre ha reso completamente inagibile le linee 1, 2, 3 e 4 dello stabilimento di Meduno.

Dopo che tutte le procedure attuate dal Comitato di crisi e della sicurezza del lavoro nel momento dell’incendio hanno funzionato correttamente, Roncadin si è coordinata per verificare la possibilità di riprendere la produzione con i reparti rimasti intatti (le linee 5 e 6), in modo da mantenere gli impegni di consegna.

Con questo obiettivo è stato concordato con le organizzazioni sindacali l’ammortizzatore sociale della cassa integrazione guadagni ordinaria, al fine di coprire le ore e i giorni di mancato lavoro, prevedibili per un certo periodo, in modo da garantire il reddito ai lavoratori e di sgravare di costi, come prevedono le normative di legge, l’azienda stessa.

Le parti si sono dunque accordate per un piano di produzione che utilizzerà al massimo le linee disponibili, “variando orari e turni con l’utilizzo di modelli già sperimentati e pienamente legittimi sotto il profilo normativo-legale, contrattuale e sindacale, come il “ciclo continuo” e lo scorrimento dei riposi, lavorando quindi anche i sabati e le domeniche”, si legge nell’accordo.

“Fino al 31 dicembre, quindi, le linee produttive 5 e 6 saranno attivate 7 giorni su 7 – prosegue il documento firmato -. L’orario di lavoro sarà attuato conservando, di massima, l’attuale part time di 30 ore settimanali medie, ma sviluppandosi con modalità diverse: 7 ore lavorative per 3 turni giornalieri, per tre giorni di lavoro e due di riposo”.

“Il nostro impegno è di fare tutto ciò che sarà necessario per affrontare l’emergenza e avviare una fase di rilancio – commenta l’ad Dario Roncadin -. Abbiamo già deciso la costruzione di una nuova linea di produzione da affiancare alle due che stiamo provando per far funzionare a regime già da domani”.

Roncadin e le organizzazioni sindacali si incontreranno periodicamente per monitorare la situazione e apportare se del caso, di comune accordo, ulteriori modifiche organizzative.