Si attende l’immissione in commercio del farmaco che si basa sulla tecnica dell’RNA interference (RNAi)
ROMA – Presto, per le circa 50.000 persone in tutto il mondo affette da amiloidosi ereditaria da accumulo di transtiretina (hATTR), potrebbe aprirsi un nuovo scenario.
Una terapia sperimentale, il patisiran, ha infatti superato tutti gli endpoint primari e secondari in uno studio di fase III, e si avvia verso la commercializzazione. Il farmaco, prodotto in collaborazione dalle aziende Alnylam e Sanofi Genzyme, si basa sulla tecnica dell’RNA interference (RNAi) ed è stato valutato nel trial APOLLO, il più grande studio randomizzato mai completato per questa malattia.
“L’ amiloidosi legata alla transtiretina è una malattia genetica rara, multisistemica, che esordisce fra i 40 e gli 80 anni causando l’accumulo di amiloide a livello di differenti tessuti e organi come il cuore, l’intestino e i nervi periferici, e provocando anche disturbi della minzione e impotenza. Una malattia fatale, con una sopravvivenza media di soli 10 anni dall’esordio”, ha spiegato a O.Ma.R. – Osservatorio Malattie Rare il prof. Giuseppe Vita, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia e Malattie Neuromuscolari del Policlinico “G. Martino” di Messina.
“Si tratta di una malattia ereditaria a trasmissione autosomica dominante, causata da una mutazione genetica per cui la proteina plasmatica transtiretina perde la propria struttura e forma un materiale insolubile, l’amiloide, che si deposita in diversi organi e tessuti provocando importanti danni funzionali: deficit di forza e di sensibilità agli arti, alterazioni della motilità gastrointestinale con malassorbimento e perdita di peso, aumento dello spessore delle pareti del cuore, ipotensione ortostatica e disfunzione erettile”, ha aggiunto la dr.ssa Laura Obici, del Centro per lo Studio e la Cura delle Amiloidosi Sistemiche presso la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia.
La sperimentazione ha arruolato un totale di 225 pazienti affetti da amiloidosi hATTR con polineuropatia, che rappresentano 39 genotipi, presso 44 centri di studio in 19 Paesi in tutto il mondo.
“Lo studio di fase III APOLLO, iniziato due anni fa, è un trial che ha valutato il patisiran in doppio cieco contro placebo, in proporzione 2:1. A questo studio internazionale hanno partecipato anche tre centri italiani: Messina, Roma e Pavia. Il farmaco somministrato, il patisiran, ha dimostrato di poter rallentare la progressione della malattia riducendo la sintesi della proteina transtiretina mutata, che precipita sotto forma di amiloide e si deposita nei tessuti. Risultati molto positivi, che ci erano sembrati incoraggianti già dalla fase II della sperimentazione”, prosegue Vita.
Tutti gli endpoint sono stati raggiunti: quello primario era la variazione rispetto al basale nel punteggio modificato dell’insufficienza neuropatica (mNIS+7) a 18 mesi, mentre l’endpoint chiave secondario era il miglioramento nella qualità della vita, valutato secondo il questionario di Norfolk-Neuropatia diabetica (Norfolk QOL-DN).
“Il trattamento con patisiran si è rivelato efficace nel modificare la storia naturale della malattia, riducendo la progressione della neuropatia e i danni funzionali. Il farmaco demolisce l’RNA messaggero della proteina, e impedisce la sua sintesi a livello del fegato: ciò significa l’80-90% in meno di proteina in circolo”, sottolinea la dr.ssa Obici. “I pazienti hanno ottenuto la stabilizzazione della malattia, e qualcuno addirittura dei miglioramenti: un risultato importante per la loro qualità di vita, dato che questa forma di amiloidosi, se non curata, è molto invalidante, rendendo necessario con il tempo l’uso delle stampelle e in seguito quello della sedia a rotelle”.
“Al momento esiste in commercio un unico farmaco, il tafamidis, che rallenta la progressione della neuropatia con un meccanismo d’azione diverso da quello del patisiran, ma non in tutti i pazienti: la presenza di diversi no responder ha reso necessaria la ricerca di altre terapie”, conclude il prof. Vita.
Alla luce di questi risultati positivi, le due aziende produttrici hanno già ben chiaro quali saranno i prossimi passi: Alnylam alla fine del 2017 presenterà la sua prima domanda di nuovo farmaco e a seguire la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio, mentre Sanofi Genzyme sta preparando le domande regolatorie per patisiran da presentare in Giappone, Brasile e altri Paesi nel primo semestre del 2018. Una volta ricevute queste approvazioni, Alnylam commercializzerà il farmaco negli Stati Uniti, in Canada e nell’Europa occidentale, e Sanofi Genzyme nel resto del mondo.
I risultati completi, che includono i dati provenienti da un’analisi esplorativa del sottogruppo di pazienti con coinvolgimento cardiaco, saranno presentati al 1° meeting europeo sull’amiloidosi hATTR per pazienti e medici, il prossimo 2 novembre a Parigi.