Arrestate dalla Polizia: utilizzavano farmaci e presidi medici per terapie a pagamento fuori dal nosocomio
RAGUSA – Due infermiere dell’ospedale di Vittoria sono accusate di aver rubato medicinali e presidi medici dal nosocomio che avrebbero poi utilizzato nelle loro abitazioni per fornire terapie a pagamento. Secondo quanto scoperto dalla Polizia le due infermiere offrivano un servizio post ospedaliero “all inclusive” con medicinali, presidi medici e perfino assistenza domiciliare a pagamento.
Grazie ad una segnalazione anonima alla Direzione sanitaria dell’ospedale, le due infermiere sono state scoperte e alla fine delle indagini arrestate dagli agenti della Squadra mobile di Ragusa.
Le due donne avevano accesso alle scorte dei reparti dove lavoravano e da dove sottraevano medicinali, garze, siringhe e tutto quanto poteva esser loro utile per fornire assistenza domiciliare di tipo medico.
#Squadramobile Ragusa Arrestate 2 infermiere che facevano terapie a domicilio a pagamento con farmaci dell'ospedale https://t.co/TAQA8YG0xu pic.twitter.com/sC1d1wFolp
— Polizia di Stato (@poliziadistato) September 26, 2017
I clienti- pazienti venivano, ovviamente, individuati all’interno della struttura ospedaliera durante i ricoveri.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti, al termine della degenza le due infermiere si proponevano, dietro pagamento, di continuare a seguire i pazienti dimessi, con le loro cure.
Le due arrestate somministravano a domicilio anche i medicinali senza che fossero necessariamente prescritti dai medici ospedalieri o da altri medici, facendo esclusivo affidamento sulla loro esperienza infermieristica.
Singolare anche il deposito utilizzato dalle due per i medicinali trafugati: poiché il materiale sottratto era molto e a volte anche di dimensioni ingombranti, le due si “appoggiavano” ad una agenzia di onoranze funebri.
La Squadra mobile ha trovato di tutto: dalle aste per flebo alle sponde di contenimento per letti, oltre ad un numero incredibile di medicine. Molti i medicinali ritrovati anche a casa di una delle due indagate. Il giro di affari accertato dagli investigatori era importante: le due infermiere infatti, quotidianamente, svolgevano tale tipo di servizio extra ospedaliero con un tariffario prestabilito.
Chiedevano 3 euro per una iniezione intramuscolare, 15 euro per una flebo. Tutto, ovviamente, in nero.