L’annuncio della Playboy Enterprise: “È morto a 91 anni per cause naturali”
LOS ANGELES – Hugh Hefner, il fondatore della rivista Playboy, è morto all’età di 91 anni nella sua casa, la “Playboy Mansion” al 10236 Charing Cross Road, Holmby Hills, a Los Angeles circondato dall’affetto dei suoi cari. È quanto fa sapere la società fondata dallo stesso Hefner sul suo sito ufficiale.
Hefner è deceduto per cause naturali, spiega ancora la Playboy Enterprise, e il mondo perde così l’inventore della rivista per uomini più nota e più venduta al mondo.
L’idea vincente che ha reso il marchio uno dei più noti a livello planetario (con un fatturato di un miliardo di dollari all’anno) risale a 64 anni fa.
È il 1953 quando Hefner, conclusa la carriera militare, entrare nel mondo dell’editoria e decide di lanciare sul mercato una rivista dedicata all’universo maschile. Vende i suoi mobili e chiede un prestito a parenti e amici per poter mandare in stampa, nel Dicembre del 1953, il primo numero di Playboy.
“Mio padre ha vissuto una vita eccezionale e intensa. È stato uno dei pionieri della rivoluzione culturale e una delle voci principali dell’affermazioni della libertà di parola, dei diritti civili e della libertà sessuale. Mancherà a molti, a partire da sua moglie Crystal, mia sorella Christie e i mie fratelli David e Marston” ha affermato uno dei figli, Cooper Hefner.
La storia di Playboy
Sotto la guida di Hugh Hefner, Playboy è stato molto di più di una rivista con bellezze mozzafiato in copertina. Negli anni ’60 si è arricchito con politica, cultura e letteratura. Spiccano i contributi di Ray Bradbury, Charles Beaumont, John Updike, Ian Fleming, Joseph Heller, Gabriel Garcia Marquez, Margaret Atwood, Jack Kerouac and Kurt Vonnegut.
Nel 1962 la rivista lancia anche “L’intervista Playboy” a cura di Alex Haley, che debutta con la leggenda del jazz Miles Davis. Seguono quelle a Malcolm X (1963), Martin Luther King (1965) e a George Lincoln Rockwell (1966), fondatore del Partito nazista americano.
Come ospite di una serie televisiva, “Playboy’s Penthouse”, Hefner apre la strada al primo programma televisivo che unisce bianchi e neri. Hefner combatte inoltre contro le leggi razziste di Jim Crow nel Sud degli Stati Uniti, realizzando Playboy Club a Miami e New Orleans.
Negli anni ’80 contribuisce anche alla rinascita di Hollywood, uno sforzo che gli vale la stella nella Walk of Fame. Insignito di numerosi riconoscimenti, come l’Henry Johnson Fisher, è entrato anche per due volte nel Guinness dei Primati con la sua rivista.