Esulta il Codacons dopo la decisione in merito al prodotto per i problemi di calvizie
ROMA – Nuova vittoria del Codacons in tema di pubblicità ingannevole. Il Consiglio di Stato, infatti, ha confermato la multa inflitta dall’Antitrust, a seguito di esposto presentato dall’associazione dei consumatori, nei confronti della nota società Giuliani Spa.
“La vicenda – ricorda l’associazione dei consumatori – nasce nel 2009, quando presentammo un esposto all’Autorità per la concorrenza denunciando il prodotto Bioscalin con biogenina che, nelle varie pubblicità, veniva presentato come soluzione al problema della perdita dei capelli negli uomini”.
“L’Antitrust sanzionò la scorrettezza della pratica commerciale posta dalla Giuliani Spa, ritenendo i messaggi ingannevoli in quanto idonei, per le loro concrete modalità grafiche e di rappresentazione, ad indurre nei consumatori la convinzione – non rispondente a verità – che il prodotto fosse efficace per risolvere qualsiasi patologia connessa con la caduta definitiva dei capelli, tra cui la calvizie, laddove invece il prodotto aveva efficacia circoscritta ai soggetti affetti perdita temporanea ed eccessiva di capelli (c.d. «Defluvium telogenico»)” aggiunge il Codacons.
L’azienda fece ricorso al Tar del Lazio, ottenendo però solo la riduzione della sanzione da 150.000 a 130.000 euro, e poi appello al Consiglio di Stato, nel quale è intervenuto il Codacons chiedendo di rigettare le tesi della Giuliani Spa.
La VI sez. del Consiglio di Stato (Pres. Sergio Santoro, Rel. Dario Simeoli) ha dato ragione all’associazione, con una sentenza in cui conferma la sanzione da 130.000 euro, ritenendo che “la campagna pubblicitaria sanzionata presentava in modo ambiguo informazioni «rilevanti», relative alle caratteristiche principali del prodotto, in quanto non rendeva sufficientemente chiaro che i risultati con esso conseguibili non erano riconducibili alla generalità dei destinatari affetti da ogni forma di alopecia, bensì soltanto a quanti soffrivano di «Defluvium Telegenico» […]”.
Ma non è tuttoperché come sottolinea l’associazione dei consumatori “con una innovativa decisione i giudici hanno stabilito che gli utenti che presentano problemi di capelli sono consumatori vulnerabili”.
Scrive in proposito il Consiglio di Stato: “Si deve osservare che il tipo di risultato ottenibile da un prodotto per capelli ‒ prospettato nella specie come avente il potere di arrestare la calvizia ‒ è in linea di principio un elemento determinante nella mente del consumatore medio nel momento in cui egli deve prendere una decisione di natura commerciale, ancor di più se si considera la particolare vulnerabilità dei consumatori afflitti da un disagio derivante dal problema estetico connesso alla perdita dei capelli”.