Nuove misure anti-dumping per la difesa commerciale dell’UE


Accordo tra Parlamento europeo e ministri UE per la tutela dell’industria europea

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Le misure serviranno a proteggere l’industria europea e i posti di lavoro

STRASBURGO – Per la prima volta a livello mondiale, la legislazione dell’UE in materia di difesa commerciale terrà conto delle norme internazionali in materia di lavoro e ambiente, secondo l’accordo raggiunto dal Parlamento europeo con i ministri dell’UE.

L’Unione attualmente sta aggiornando la propria legislazione anti-dumping, in risposta alle pratiche commerciali sleali dei Paesi terzi che effettuano pesanti interferenze statali nell’economia.

Nel corso dei negoziati, i deputati hanno ottenuto che:

  • per la prima volta si terrà conto del rispetto delle norme internazionali in materia di lavoro e di ambiente nel decidere le misure anti-dumping;
  • non ci sarà alcun onere di prova supplementare per le imprese dell’UE nei procedimenti giudiziari legati al dumping;
  • le piccole e medie imprese riceveranno assistenza per gestire eventuali reclami;
  • la Commissione europea pubblicherà una relazione dettagliata che descriverà la situazione specifica dei singoli Paesi esportatori, concentrandosi sulle “distorsioni significative” dei prezzi e dei costi, indicando chiaramente anche il significato di tali distorsioni;
  • tutte le parti interessate, in particolare i sindacati, potranno contribuire alle decisioni relative alle misure di difesa commerciale.

L’accordo informale sarà messo ai voti in Commissione commercio internazionale il prossimo 12 ottobre e in plenaria nel corso della sessione di novembre a Strasburgo.

Le nuove norme utilizzerebbero lo stesso metodo anti-dumping per tutti i paesi dell’OMC e prenderebbero di mira le “distorsioni del mercato significative”, cioè i casi in cui i prezzi non sono basati sul mercato. Sono attualmente in corso negoziati con i ministri dell’UE per un aggiornamento più ampio degli “strumenti di difesa commerciale” europei, al fine di aumentare i dazi sulle importazioni oggetto di dumping o sussidiate.

Il relatore, l’eurodeputato italiano Salvatore Cicu (PPE) ha dichiarato: “Non resteremo a guardare mentre il nostro mercato è inondato da prodotti realizzati con pratiche commerciali sleali e tanti posti di lavoro sono minacciati. Tutti i Paesi possono beneficiare di un commercio globale libero ed equo, ma ognuno deve rispettare le stesse regole”.

“Non è sicuramente così quando gli esportatori lavorano in un sistema di proprietà statale. Sono fiducioso che la nuova metodologia, che riguarda i Paesi con significative distorsioni dell’economia, continuerà a proteggere i nostri cittadini dai danni della globalizzazione” ha aggiunto.

Per il presidente della Commissione per il commercio internazionale, il tedesco Bernd Lange (S&D) “abbiamo fatto in modo che la nostra industria sia in grado di difendersi dalle pratiche commerciali sleali, ora e in futuro. Abbiamo ottenuto, affrontando una dura opposizione, che le imprese dell’Unione europea, proteggendosi dal dumping, non si trovino di fronte a ostacoli insormontabili. In qualità di sostenitori di un sistema di scambi commerciali basato sulle regole, abbiamo posto alla base di ogni discussione la compatibilità delle nostre regole con quella dell’Organizzazione Mondiale del Commercio”.