Alta percentuale di giovani imprenditori ma la Regione diserta responsabilità


I dati che emergono in una Regione come la Calabria, per singola provincia, danno speranze verso la gestione green

Nel panorama regionale per le singole province, a Catanzaro 510 imprese giovani under 35 con un’incidenza del 10,2% e un + 1,6 di variazione tra i semestri; a Cosenza 1184 imprese, 9,1% sul totale è + 5,3% di variazione; a Crotone 652 imprese, 12,9 sul totale e + 4,3 di variazione; a Reggio Calabria 1.039 imprese, 11,5% sul totale e + 4,2% di variazione e infine a Vibo Valentia 303 imprese, 10% sul totale e + 9,4 di variazione.

Il trend che emerge è davvero positivo e anche incoraggiante e questo al netto delle politiche regionali per i giovani contenute nel PSR quali ad esempio, insediamento giovani e relativi investimenti e accesso al credito. I dati resi noti da Unioncamere – InfoCamere, presentati con il report sulle imprese agroalimentari nei primi sei mesi del 2017 confrontati con lo stesso periodo del 2016 dicono che la Calabria in valori assoluti ha 3.688 imprese agroalimentari condotte da giovani under 35,  e si colloca, con il 10,5% (la media nazionale è del 6,8%) al secondo posto tra le venti regioni per l’incidenza sul totale delle imprese agroalimentari segnando un + 4,6% nella variazione tra il I° semestre 2017 raffrontato con il I° semestre 2016.

Continua la battaglia della Coldiretti Calabria sui ritardi dei PSR che hanno penalizzato il 60% la conduzione degli under 65 delle aziende agricole

Insomma – commenta i dati Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – la terra e i suoi prodotti, le nuove opportunità offerte anche dall’agricoltura multifunzionale coniugando anche le specifiche caratteristiche del tessuto produttivo calabrese, attirano sempre di più giovani e danno ulteriore slancio al settore primario. Una crescita sicuramente vivace che i giovani hanno imboccato attraverso una capacità di autodeterminazione che sta pian piano erodendo quello che era uno dei mali antichi della nostra agricoltura e cioè il “ricambio generazionale”. In una Regione  – prosegue Molinaro – dove c’è la più alta disoccupazione giovanile d’Europa ‘, una vera e propria emergenza, e dove i giovani che emigrano all’estero o nel nord Italia sono aumentati in maniera considerevole, con relativa perdita di capitale umano e sociale destinata a produrre conseguenze durevoli e negative,  è davvero imperdonabile e paradossale che la Regione Calabria, vista anche questa fase positiva per l’agroalimentare,  ad oggi non è riuscita a spendere nemmeno un centesimo nei confronti dei giovani che conducono una azienda agricola o che si vogliono insediare. La conferma sta nelle 2200 domande pervenute sul pacchetto giovani del PSR su cui ci sono enormi ritardi. I ritardi del PSR – sottolinea Molinaro –hanno penalizzato del 60% la conduzione degli under 35 nelle aziende agricole ed agroalimentari calabresi. Infatti nelle regioni dove le politiche per i giovani sono una realtà, come ad esempio Basilicata e Sardegna, la variazione tra il 2016  e il 2017 è stata rispettivamente di + 39,2% e + 43,1%.  Abbiamo una potenzialità notevole  – conclude – e quindi il dovere di non togliere la speranza ma offrire ai giovani queste occasioni importanti di riscatto”.