Il Codacons: “Balzello vergognoso, il Governo vuole fare cassa sul diritto al lavoro”
ROMA – La coperta, si sa, è sempre coperta quando di mezzo c’è la Legge di Bilancio e così se da una parte il Governo evita l’aumento delle accise o dell’IVA, dall’altro spuntano balzelli nascosti tra le pieghe del provvedimento. Uno è quello che riguarda la tassa da 10 euro per la partecipazione ai concorsi pubblici per i docenti: nello specifico si tratta di un contributo per diritti di segreteria, che ora dovrà superare l’esame della Ragioneria di Stato.
“Le somme riscosse sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate ai pertinenti capitoli di spesa della missione Istruzione scolastica dello stato di previsione del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, per lo svolgimento della procedura concorsuale” è scritto nella bozza della Legge di Bilancio.
Un’ipotesi che assieme alle altre misure previste per la scuola non è andata giù ai sindacati. “La scuola rivendica investimenti aggiuntivi per garantire l’offerta formativa e per valorizzare la professionalità di tutti gli operatori. La manovra economica approvata dal Consiglio dei ministri non risponde ai reali bisogni dell’istruzione pubblica del nostro Paese” tuonano FLC CGIL, CISL Scuola, Federazione UIL Scuola Rua e Snals Confsal.
Le sigle sindacali “ritengono necessarie ulteriori risorse specifiche per il settore da finalizzare al rilancio dell’intero sistema scolastico, che deve essere in grado di utilizzare, riconoscere e valorizzare tutte le energie presenti al proprio interno. Nessuno può restare indietro. Occorre rafforzare le politiche di investimento in istruzione e formazione avendo a riferimento gli standard europei sia per quanto riguarda la loro consistenza in relazione al PIL (raggiungendo il livello della media OCSE) sia per quanto riguarda la valorizzazione delle professionalità di tutto il personale”.
Sulla tassa da 10 euro da applicare su tutti i concorsi relativi alla scuola, è intervenuto anche il Codacons che parla di “un provvedimento immorale teso a far cassa speculando sul diritto al lavoro”.
“Si tratta di un balzello vergognoso – spiega il presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi –. Già oggi chi affronta un concorso nel settore della pubblica istruzione è costretto a sostenere costi ingenti tra testi di preparazione, trasporti, trasferimenti, alloggi in albergo, ecc”.
“A ciò il Governo vorrebbe aggiungere una ulteriore tassa da 10 euro a candidato, di cui non si capisce francamente il senso né cosa la giustifichi. Al contrario sembra un mero espediente per permettere allo Stato di fare cassa, con l’aggravante di pesare su un diritto fondamentale dei cittadini: quello al lavoro” sottolinea.
“Per tale motivo – prosegue Rienzi – contestiamo duramente il provvedimento della manovra e siamo pronti ad impugnarlo nelle sedi opportune se dovesse essere confermato”.