Per il Parlamento europeo bisogna anche garantire accesso all’alloggio, all’assistenza sanitaria e all’istruzione
STRASBURGO – L’introduzione e il rafforzamento di regimi di reddito minimo in tutti gli Stati membri dell’UE è uno dei modi più efficaci per far uscire le persone dalla povertà. La maggior parte dei Paesi dell’UE già dispone di programmi simili, ma non tutti forniscono sufficiente sostegno a coloro che ne hanno bisogno.
Per questo gli eurodeputati in una relazione non legislativa approvata con 451 voti favorevoli, 147 voti contrari e 42 astensioni, esortano tutti i paesi UE a introdurre regimi di reddito minimo o, se necessario, a rafforzare quelli esistenti.
Per migliorarne l’efficacia, il Parlamento europeo propone di:
fissare un reddito minimo utilizzando la soglia di rischio di povertà e altri indicatori Eurostat;
garantire alla misura un finanziamento pubblico adeguato;
rendere i regimi di reddito minimo più adattabili alle esigenze dei più vulnerabili;
rivedere i requisiti per garantire che siano coperte tutte le persone bisognose.
Secondo il testo i regimi dovrebbero combinare il sostegno finanziario con un accesso più facile ai servizi sociali pubblici come l’alloggio, l’assistenza sanitaria, l’istruzione e la formazione. Coloro che possono lavorare dovrebbero essere aiutati ad accedere al mercato del lavoro, poiché un lavoro dignitoso è il modo migliore per combattere la povertà.
L’obiettivo del reddito minimo non dovrebbe essere solo quello di assistere le persone, ma soprattutto quello di accompagnarle dall’esclusione sociale alla vita attiva.
Inoltre è necessario rivedere gli attuali regimi per affrontare meglio la sfida della disoccupazione giovanile.
La relatrice, l’eurodeputata italiana Laura Agea (EFDD), ha dichiarato: “La povertà e l’esclusione sociale non appartengono ai singoli Stati membri, ma riflettono lo stato dell’Europa, che deve rispondere a questa emergenza. Nella relazione proponiamo un approccio duplice: in primo luogo, ridurre l’impatto sociale della crisi economica adottando misure efficaci per far uscire dalla povertà 120 milioni di cittadini dell’UE e, in secondo luogo, incoraggiare politiche attive che creino posti di lavoro garantendo un’occupazione sostenibile.”
Quasi 120 milioni di persone nell’UE, circa il 25% della popolazione, sono a rischio di povertà ed esclusione sociale (dati del 2015). I bambini, le donne, i disoccupati, i nuclei familiari monoparentali e le persone con disabilità sono considerati particolarmente vulnerabili.
Le informazioni Paese per Paese sull’evoluzione dei regimi di reddito minimo nell’UE28 sono disponibili nello studio del servizio di ricerca del PE sulle politiche di reddito minimo, consultabile in inglese.
Il Parlamento ha già sottolineato l’importanza dei regimi di reddito minimo, che non va confuso con il concetto di salario minimo e di reddito universale, a gennaio nella risoluzione su un pilastro europeo dei diritti sociali.