Paolo Ascierto entra nel Board of Directors della società scientifica internazionale
NAPOLI – Prestigioso riconoscimento del valore della ricerca scientifica italiana. Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli, è stato nominato membro del Board of Directors, cioè del Consiglio direttivo della Society for Immunotherapy of Cancer (SITC). È la più importante società internazionale per lo studio dell’immunoterapia nel cancro: fondata nel 1984, riunisce più di 1.700 membri che rappresentano 17 specialità mediche.
Paolo Ascierto è l’unico italiano a ricoprire, dal 10 novembre per i prossimi tre anni, questa importante carica.
“Per molte persone colpite da tumori in fase avanzata l’immuno-oncologia ha rappresentato una vera e propria svolta – spiega il prof. Ascierto che è anche presidente della Fondazione Melanoma -. Questo approccio non solo migliora la sopravvivenza a lungo termine, ma garantisce anche una buona qualità di vita. L’elemento chiave nella storia dell’immuno-oncologia è stata la scoperta dei checkpoint, molecole coinvolte nei meccanismi che permettono al tumore di evadere il controllo del sistema immunitario. Queste molecole possono diventare bersaglio di anticorpi monoclonali che, inibendo i checkpoint, riattivano la risposta immunitaria anti-tumorale”. L’obiettivo della SICT è rendere l’immunoterapia uno standard di trattamento dei tumori e rendere la parola “cura” una realtà per i pazienti oncologici in tutto il mondo.
“Molte conquiste sono considerate ormai acquisite: nel melanoma metastatico grazie all’immunoterapia il 20% dei pazienti è vivo a 10 anni dalla diagnosi – conclude il prof. Ascierto -. E prospettive importanti si stanno estendendo nelle neoplasie del polmone, del rene, del distretto testa-collo, della vescica e del linfoma di Hodgkin. Siamo entrati nella seconda fase dello ‘tsunami’ provocato da questa rivoluzione terapeutica. Da un lato si stanno aprendo importanti prospettive grazie all’uso di queste molecole in combinazione o in sequenza, dall’altro dobbiamo capire perché solo una parte dei pazienti può beneficiare di queste nuove armi”.