Coldiretti: la tradizione italica si sposa con quella nordamericana della notte delle streghe
ROMA – Non ci sono solo caramelle e cioccolatini ad Halloween, simbolo del “dolcetto o scherzetto?” che dagli Stati Uniti ha conquistato anche l’Italia.
Dalle favette al pane fino alle ossa dei morti, ma anche fanfullicche, stinchetti e zaleti, sono davvero tanti i dolci preparati lungo tutta la Penisola in occasione del giorno dedicato alla commemorazione dei defunti che quest’anno registra un inaspettato ritorno del fai da te casalingo.
Ad affermarlo è la Coldiretti nell’evidenziare che più di un italiano su 4 (27%) distribuirà dolci per l’appuntamento di Halloween.
L’antica tradizione italica dei dolci dei morti si sposa a tavola con quella nordamericana della notte delle streghe, con il rito di bussare nelle case del quartiere per porre il classico quesito “dolcetto o scherzetto?”.
“Non siamo ancora di fronte alle popolari gare di dolci delle mamme americane ma non c’è dubbio – precisa la Coldiretti – che l’abilità ai fornelli è tornata ad essere un valore aggiunto nella società, anche sotto il pressing dei figli, come non avveniva da decenni. I dolci dei morti vengono preparati per tradizione per il giorno di commemorazione dei defunti, istituito dalla Chiesa Cattolica nel 610 d.C. e rappresentano simbolicamente l’offerta dei vivi ai morti che, secondo la tradizione cristiana e precristiana, ritornano sulla Terra nelle proprie case durante la notte tra il 1 e il 2 novembre”.
“Anche se le differenze possono essere rilevanti gli ingredienti di base sono costituiti – precisa la Coldiretti – da farina, uova, zucchero che possono essere arricchiti anche con frutta secca o candita, marmellata e talvolta anche cioccolato”.
I dolci dei morti variano infatti da regione a regione ma mantengono tutte inalterato lo spirito di semplicità dell’evento che si va a celebrare.
I dolci più comuni e diffusi nel territorio italiano sono le fave dei morti, le ossa dei morti e il pane dei morti, ma esistono anche altre preparazioni meno diffuse o comunque più prettamente legate alle usanze regionali. In Sicilia, nel “cannistru”, la tipica composizione tradizionale che si realizza durante la festa dei morti vengono messi dei panini dolci a forma di mani intrecciate chiamati, appunto, le mani: si preparano le dita di apostolo, dolci di marzapane a forma di dita, i pupi di zucchero, statuette di zucchero, farina, albume e acqua di chiodi di garofano che rappresentano gli antenati della famiglia, e la frutta di martorana, fatta in marzapane.
In Puglia si cucinano le fanfullicche, bastoncini di zucchero di forma attorcigliata e la colva (in dialetto la cicecuotte), dolce fatto con grano, uva sultanina, mandorle e zucchero.
In Campania è tradizione preparare il torrone dei morti, a base di cacao, nocciole e frutta candita.
In Umbria, invece, si consumano gli stinchetti dei morti, dolcetti fatti con albume, mandorle, zucchero e cacao. Le “fave da morto”, “fave dei morti” o “fave dolci”, pasticcini alla mandorla, di forma ovoidale e schiacciata, cosparsi di zucchero a velo con l’aspetto di un amaretto, ma di consistenza maggiore le troviamo in Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche ed Umbria.
Differenti, seppur sempre a base di mandorla, sono le “favette dei morti”, presenti un po’ in tutto il Nord-est, ma soprattutto in Veneto e in Friuli dove sono di tre colori (panna, marroni e rosa) e variano dal croccante al morbido (favette triestine).
Per la ricorrenza dei morti in Veneto si usano le fave e il mandorlato ma anche i biscotti secchi a base di farina di mais come i “zaleti”. Infine le “ossa di morto” si trovano in Piemonte e in Lombardia sotto forma di biscotti di consistenza dura, con mandorle ed albume d’uovo, in Emilia-Romagna, (tipici di Parma) fatte di pastafrolla, ricoperta di glassa di zucchero o cioccolato, in Veneto dalla forma oblunga e in Toscana (tipiche del Senese) di consistenza friabile e di forma rotonda, impastati con le mandorle tritate.