Emergenza incendi: i Vigili del fuoco chiedono più uomini e mezzi


Il sindacato Conapo: “Stato e Regioni hanno abbassato troppo la guardia”

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Un campo di orzo in fiamme a Matelica (foto Vigili del Fuoco)

ROMA – Servono più uomini e mezzi dei Vigili del fuoco in Italia per fronteggiare la minaccia degli incendi boschivi che dall’estate non danno tregua alla Penisola. L’ultima emergenza riguarda Piemonte e Lombardia, dove le fiamme imperversano ormai da giorni minacciando anche i centri abitati.

“Lo Stato e le regioni hanno abbassato troppo la guardia in tema di prevenzione e lotta agli incendi boschivi. Una situazione cosi grave come quest’anno sul fronte degli incendi non ha precedenti storici e quel che è peggio è che non vediamo azioni politiche sufficienti ad evitare che la storia si ripeta nel 2018” afferma Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato Conapo dei Vigili del fuoco.

“La previsione, la prevenzione e la lotta agli incendi boschivi, sia da terra che con mezzi aerei, è per legge compito delle regioni, che in alcuni casi si sono dimostrate non sufficientemente attente su questo fronte. Lo Stato vi concorre con i Vigili del fuoco mediante squadre da terra e una flotta di aeromobili” aggiunge.

“Le maggiori criticità – spiega il segretario del sindacato dei Vigili del fuoco – sono sicuramente dovute ai tagli alle assunzioni che hanno determinato una carenza di 3500 pompieri sui 32 mila previsti. La legge Madia ha poi determinato la soppressione del Corpo forestale dello stato e il riassorbimento verso i Vigili del fuoco delle funzioni di lotta agli incendi ma di quasi 8 mila forestali solo 361 sono confluiti”.

“Ancora oggi mancano i decreti attuativi che chiariscono i dettagli di acquisizione e utilizzo dei beni immobili e mobili che erano del Corpo forestale e molti dei 361 ex forestali sono tenuti fermi, nessun dirigente ministeriale dei vigili del fuoco si assume la responsabilità di impiegarli a dovere nella lotta agli incendi. Spesso poi i dirigenti, che hanno un budget limitato e disposizioni al risparmio, evitano di raddoppiare i turni dei Vigili del fuoco in versione emergenziale, per non pagare straordinari, o lo fanno solo quando ormai l’incendio è incontrollabile per dimensioni. Una catena di errori politici e amministrativi che mal si coniuga con la parola emergenza e con la buona politica” sottolinea Brizzi.

“L’assunzione straordinaria di 1300 Vigili del fuoco diluita nei prossimi 5 anni contenuta nel testo della manovra di bilancio ora in discussione è un timido passo avanti che recepisce le nostre denunce di aiuto solo in parte e che non risolverà la grave carenza di organico del corpo perché rischia di essere una goccia nel mare che potrebbe farci trovare nuovamente in difficoltà sugli incendi boschivi anche nel 2018, sperando poi che non accadano altri terremoti o calamità in contemporanea” prosegue.

“Il premier Gentiloni, il ministro Minniti e la ministra Madia dovrebbero investire ancora di più sulla sicurezza e sulla lotta agli incendi, in termini di uomini e mezzi, quelle non sono spese ma investimenti e purtroppo ogni giorno ne abbiamo amara conferma” conclude.