Coldiretti: “L’anno in corso è stato finora il secondo più caldo da quando esistono le rilevazioni”
ROMA – Le piogge in arrivo nel fine settimana contribuiranno a ridurre lo smog in diverse città italiane ma faranno poco per l’emergenza siccità. L’Italia “festeggia” dunque l’anniversario dell’entrata in vigore dell’accordo di Parigi con un clima impazzito segnato dal caldo anomalo e dalla mancanza di precipitazioni.
Due elementi che hanno provocato la siccità nelle campagne, incendi nei boschi e lo smog in città. Secondo un’analisi della Coldiretti gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno sentire però pesantemente soprattutto sull’agricoltura italiana con circa 2 miliardi di perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti nel 2017.
Un anno che è stato fino ad ora il secondo anno più caldo del pianeta con la temperatura sulla superficie della Terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,87 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, secondo le elaborazioni Coldiretti degli ultimi dati relativi ai primi nove mesi della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che registra le temperature mondiali dal 1880.
Le anomalie sono evidenti anche in Italia dove durante il 2017 si sono registrate temperature più alte e precipitazioni nettamente inferiori alla media in tutti i mesi dell’anno, fatta eccezione di settembre.
“Il 2017 – precisa la Coldiretti – si appresta dunque a diventare uno degli anni più caldi e siccitosi da quando sono iniziate le rilevazioni in Italia. Il risultato è un Paese a secco come dimostrano i grandi laghi vuoti e il livello idrometrico del grande fiume Po che non è mai stato così basso da un decennio in questo periodo”.
Preoccupa lo stato di riempimento dei grandi laghi italiani, tutti prossimi al minimo storico, che varia dal 26% del Garda al 16% del Maggiore, dal 6% di quello di Como al 4% per l’Iseo mentre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è a -3,13 metri, secondo il monitoraggio della Coldiretti.
Siamo di fronte ad un cambiamento strutturale del clima con l’ultima estate che si è classificata come la quarta più siccitosa di sempre con la caduta del 41% in meno di precipitazioni, ma che conquista il posto d’onore per il caldo con una temperatura media superiore di 2,48 gradi alla media, inferiore solo a quella registrata nel 2003.
Dalle rilevazioni Isac Cnr emerge anche che il 2015 è stato l’anno più bollente della storia da 217 anni ma nella classifica degli anni più caldi in Italia ci sono nell’ordine: il 2014, il 2003, il 2016, il 2007, il 2012, 2001, poi il 1994, 2009, 2011 e il 2000.
“Gli effetti dei cambiamenti climatici si stanno manifestando con pesanti conseguenze sull’agricoltura italiana perché si moltiplicano gli sfasamenti stagionali, gli eventi estremi e il diffondersi di nuovi insetti e malattie con la tropicalizzazione. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
“Si tratta però di una sfida per tutti che può essere vinta solo se si afferma un nuovo modello di sviluppo più attento alla gestione delle risorse naturali e con stili di vita più rispettosi dell’ambiente nei consumi, a partire dalla tavola” ha concluso.