Il Ministero interviene sul riparto: “Frutto di un accordo con Regioni ed Enti Locali in Conferenza Unificata”
ROMA – “Il Fondo da 209 milioni di euro destinati al nuovo sistema integrato di istruzione da 0 a 6 anni previsto, per la prima volta, con la legge di riforma 107 del 2015, la cosiddetta Buona Scuola, è un fondo del tutto nuovo, il cui riparto è frutto di un accordo raggiunto la scorsa settimana in Conferenza Unificata, dove siedono i rappresentanti di Regioni ed Enti locali”. È quanto specifica in una nota il Ministero dell’Istruzione.
Per l’anno 2017, il Fondo è ripartito tra le Regioni:
- per il 40% in proporzione alla popolazione di età 0-6 anni, in base ai dati Istat;
- per il 50% in proporzione alla percentuale di iscritti ai servizi educativi al 31 dicembre 2015;
- per il 10% in proporzione alla popolazione di età 3-6 anni, non iscritta alla scuola dell’infanzia statale, in modo da garantire un accesso maggiore.
“Fonti di stampa e politiche hanno lamentato difformità tra le prime tabelle inviate agli Enti locali e la tabella definitiva approvata il 2 novembre. Nessun errore o volontà di penalizzare un’area del Paese a discapito di un’altra” sottolinea il MIUR.
“La procedura è la seguente: il decreto legislativo prevede che il riparto sia approvato previa intesa in sede di Conferenza Unificata, cioè d’accordo con le Regioni e gli Enti Locali stessi. All’intesa si giunge mediante lo scambio di ipotesi via via più raffinate. Quella del 2 ottobre era la prima ipotesi di lavoro preparata dal Ministero ancora prima che fosse avviato il confronto con le Regioni e i Comuni. Un’ipotesi che è stata successivamente modificata più volte su richiesta di questi ultimi, giungendo così al testo approvato. L’accordo raggiunto e la tabella definitiva che ne è scaturita nascono, quindi, dal confronto con le Regioni e gli Enti locali tutti, del Nord e del Sud” aggiunge il dicastero.
Per quanto riguarda i criteri di riparto, le voci utilizzate sono quelle previste dall’articolo 12, comma 4, del decreto legislativo 65 del 2017 che ha introdotto il nuovo sistema integrato 0-6 anni. Si è tenuto conto di “numero di iscritti”, “popolazione tra zero e sei anni”, con priorità per i Comuni “privi o carenti di scuole dell’infanzia statali”.
I criteri attuati sono dunque quelli previsti dalla legge che è frutto di un ampio confronto parlamentare e che prevede anche l’accordo con le Regioni e i Comuni di tutto il Paese. Il Governo sta proseguendo l’azione di investimento nella scuola, nella convinzione che tutte le bambine e tutti i bambini abbiano diritto a un maggiore accesso ai servizi 0-6 anni. Al Nord come al Sud.
“Il Sud è al centro dell’agenda politica di questo Governo – dichiara la Ministra Valeria Fedeli – così come i diritti di ogni bambina e di ogni bambino. Il Fondo è stato ripartito dopo un intenso confronto e d’accordo con le Regioni e con gli Enti Locali. Nell’interesse delle piccole e dei piccoli di tutto il Paese. Attenzione a strumentalizzare misure che stanno costruendo nuovi scenari educativi a beneficio delle nuove generazioni”.
I 209 milioni per il sistema integrato 0-6 anni costituiscono un primo riparto: il Fondo, a regime, ammonterà a 239 milioni. Sarà la stessa Conferenza Unificata, tenendo conto dei parametri di legge, a lavorare ad un diverso bilanciamento, nel caso in cui lo ritenesse opportuno. Tenendo sempre conto dei dati demografici che, in questo momento storico, vedono una maggiore presenza di bambine e bambini al Nord. A queste risorse vanno aggiunti, poi, i 150 milioni Inail già distribuiti per i Poli per l’infanzia: al Sud sono andati altri 49 milioni per la costruzione di nuove strutture.