Diffusa soprattutto nei piccoli Comuni, nel resto d’Europa è la norma: per Adoc è la soluzione giusta
ROMA – L’incidente di percorso sulla TARI, con calcoli sballati sulle quote variabili, ha mostrato tutta la necessità di superare un meccanismo inadeguato ed iniquo, che individua quali parametri per il pagamento solo i metri quadri dell’abitazione e il numero dei componenti familiari.
“Se vogliamo adottare un sistema più equo, sia nella ridistribuzione dei costi che nello smaltimento dei rifiuti, basato sui principi dell’economia circolare e in pieno accordo con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, occorre spingere l’acceleratore della raccolta differenziata e far applicare ad ogni Comune il meccanismo della tariffa a volume, altrimenti detti tariffazione puntuale” dichiara Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc.
“Questo è il sistema che permette più facilmente di raggiungere sia gli obiettivi di riciclaggio che quelli di riduzione della produzione di rifiuti stabiliti a livello europeo, applicando il principio del ‘chi inquina paga’, ossia la correlazione tra il prezzo del servizio e il volume/quantità di rifiuto prodotto, riferito all’indifferenziata. La tariffazione volumetrica consente, difatti, una riduzione dei rifiuti destinati allo smaltimento compresa tra il 25 e il 45%, secondo i dati dell’EPA (Environmental Protection Agency)” aggiunge.
In Italia si registra una riduzione complessiva del 15-20% dei quantitativi conferiti nei Comuni in cui è stata adottata la tariffa a volume. Con sensibili risparmi per le famiglie anche sul versante economico, che premia i comportamenti virtuosi dei contribuenti. Ad esempio a Parma l’introduzione della tariffa a volume per i rifiuti da avviare a smaltimento ha prodotto un risparmio sulla bolletta rifiuti per oltre 92.000 famiglie nel 2015, con uno sconto medio di 20 euro sulla fattura di conguaglio.
I sistemi di raccolta basati sulla tariffazione puntuale sono molto diffusi nel nord Europa, e si basano sull’utilizzo di sistemi di rilevazione e quantificazione della produzione dei rifiuti riferiti ad ogni singola utenza servita, anche grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia come il Rfid. Questi sistemi stanno cominciando a diffondersi anche nei Comuni italiani.
Questo anche grazie all’adozione del D.M. 20 aprile 2017 del Ministro dell’Ambiente, che precisa come la tariffa rifiuti corrispettiva potrà essere applicata anche solo “misurando” il solo rifiuto indifferenziato, sia attraverso sistemi diretti (pesatura) sia attraverso sistemi indiretti, come il volume del bidone o del sacchetto. Non è quindi necessario misurare le altre frazioni di rifiuti, quali carta, plastica, vetro.