Per il MEF è corretto computare la quota variabile della tassa una sola volta: i cittadini possono chiedere rimborsi
ROMA – Il Ministero dell’Economia fornisce chiarimenti sul calcolo della TARI e apre la strada ai rimborsi in favore degli utenti che hanno pagato somme non dovute sulla tassa rifiuti.
Il Dipartimento Finanze del dicastero ha pubblicato infatti la circolare che illustra la corretta modalità applicativa della TARI, la tassa sui rifiuti.
Il chiarimento si è reso necessario a seguito del calcolo che alcuni Comuni hanno adottato, in base al quale la parte variabile della tassa è stata moltiplicata per il numero delle pertinenze. In questo modo sono risultati importi decisamente più elevati rispetto a quelli che sarebbero risultati applicando la quota variabile una sola volta.
La circolare definisce quindi che, con riferimento alle pertinenze dell’abitazione, appare corretto computare la quota variabile una sola volta in relazione alla superficie totale dell’utenza domestica. “Un diverso modus operandi da parte dei comuni – è scritto nella circolare – non troverebbe alcun supporto normativo, dal momento che condurrebbe a sommare tante volte la quota variabile quante sono le pertinenze, moltiplicando immotivatamente il numero degli occupanti dell’utenza domestica e facendo lievitare conseguentemente l’importo della TARI”.
Per superficie totale dell’utenza domestica si intende la somma dei metri quadri dell’abitazione e delle relative pertinenze.
Qualora il contribuente riscontri un errato computo della parte variabile della tassa sui rifiuti effettuato dal Comune o dal soggetto gestore del servizio può chiedere il rimborso del relativo importo in ordine alle annualità a partire dal 2014, anno in cui la TARI è entrata in vigore.
Il Codacons pronto a chiedere rimborsi
Dopo il parere del MEF il Codacons affila le armi legali contro le amministrazioni comunali in errore. “È evidente che se la quota variabile della TARI va applicata una sola volta in relazione alla superficie totale dell’utenza domestica, qualsiasi altra interpretazione è illegittima e le maggiori somme incamerate dai Comuni grazie al calcolo errato della tassa sono del tutto illecite” afferma il presidente Carlo Rienzi.
“Le amministrazioni devono quindi restituire il maltolto in modo automatico e senza ulteriori costi per gli utenti. In tal senso sul sito del Codacons è stato pubblicato un modulo attraverso il quale gli utenti possono chiedere al proprio Comune la restituzione della maggiore TARI pagata a causa degli errori nel calcolo della quota variabile. Soldi che se non verranno rimborsati, porteranno ad una valanga di cause contro le amministrazioni inadempienti” conclude Rienzi.