Il provvedimento che allarga la platea dei beneficiari entrerà in vigore dal prossimo 6 Dicembre
ROMA – Dopo anni di estenuante attesa degli indennizzi da parte dello Stato, ora le persone affette da sindrome da Talidomide potranno richiedere i rimborsi. Sulla Gazzetta Ufficiale n. 272 del 21 novembre 2017 è stato pubblicato infatti il decreto 17 ottobre 2017 n.166 “Regolamento concernente l’indennizzo a soggetti affetti da sindrome da talidomide, in attuazione dell’articolo 21-ter del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2016, n.160”.
Il regolamento, che entrerà in vigore il 6 dicembre 2017, ha integrato la normativa in materia di indennizzo a favore delle persone affette da sindrome da talidomide, prevedendo che possano presentare istanza, per ottenere l’indennizzo, anche coloro che ancorché nati al di fuori del periodo previsto dalla L.244/07 e succ. modifiche ed integrazioni ( nati dal 1958 al 1966), presentano malformazioni compatibili con la sindrome da talidomide.
Nei mesi scorsi anche l’Europa si era mossa: il Parlamento europeo, in una risoluzione, aveva chiesto alla Commissione e agli Stati membri di intervenire per garantire un equo risarcimento a tutti i cittadini comunitari vittime del talidomide.
Lo scandalo scoppiò oltre mezzo secolo fa, quando il farmaco tedesco utilizzato contro le nausee mattutine per le donne incinta, causò la malformazione dei loro neonati in diversi Paesi europei, Italia inclusa.
Nel nostro Paese un gruppo di sopravvissuti ha creato l’associazione “V.I.TA- Vittime Italiane Talidomide” (http://www.vittimetalidomideitalia.it/).
Chi potrà chiedere gli indennizzi
L’indennizzo già riconosciuto ai nati dal 1959 al 1965 è stato esteso anche ai nati nel 1958 e nel 1966, nonché ai soggetti che, ancorché nati al di fuori del periodo 1958-1966, presentano malformazioni compatibili con la sindrome.
Che cos’è il Talidomide
Il farmaco è stato commercializzato alla fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ‘60 come un medicinale sicuro per trattare le nausee mattutine, l’emicrania, la tosse, l’insonnia e il comune raffreddore.
In molti Paesi europei questo farmaco, assunto da donne in gravidanza, ha provocato la morte e le malformazioni di migliaia di neonati.
Da indagini indipendenti avviate subito dopo lo scandalo è emerso come vi sia stata una grande mancanza di sorveglianza farmaceutica efficace nella Repubblica federale di Germania. Ciò a differenza di quanto avvenuto in altri Paesi come Stati Uniti, Francia, Portogallo e Turchia.
Ricerche indipendenti hanno dimostrato che nel 1970 la Repubblica federale di Germania ha interferito con il procedimento penale contro la Chemie Grünenthal GmbH, l’azienda tedesca produttrice del Talidomide.
Di conseguenza non è stato possibile determinare adeguatamente la colpevolezza del produttore. Inoltre, sono state adottate misure per impedire che venissero intentate cause civili contro tale azienda.