Regali di Natale particolari: online si possono adottare anche orti, ulivi e maiali
Quasi 1,8 milioni di italiani hanno atteso gli ultimi giorni prima delle Feste per acquistare i regali di Natale per se stessi o per gli altri da mettere sotto l’albero. È quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixè sulle nuove idee regalo last minute. Per quanto riguarda la spesa una maggioranza del 42% delle famiglie italiane starà sotto i 100 euro mentre il 40% tra i 100 ed i 300 euro ed il resto destinerà un importo superiore, tra i quali un fortunato 2% che supererà i mille euro.
Quasi un italiano su tre (30%) ha scelto di regalare per le festività di fine anno prodotti alimentari tipici e tra questi ben il 60% anche in forma di tradizionali cesti natalizi. Si conferma infatti una spinta verso regali di Natale utili e all’interno della famiglia, tra i parenti e gli amici a partire dall’enogastronomia, per l’affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola, che si esprime con la preparazione fai da te di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio.
Per la ricerca del regalo si registra la tendenza a scovare la curiosità e il miglior rapporto prezzo/qualità nei diversi luoghi di acquisto senza preclusioni, dalla grande distribuzione ai piccoli negozi, dai mercati ad internet.
Tra le idee innovative last minute online da mettere sotto l’albero di Natale ci sono quest’anno le adozioni a distanza di vigne, ulivi, orti e maiali. Secondo il sondaggio Coldiretti/Ixè piacciono a 4 italiani su 10 e possono essere realizzate con un semplice formulario online o, in qualche caso, con una telefonata per un primo contatto con le aziende agricole.
“Sono un modo – sottolinea la Confederazione – per assicurarsi forniture di prodotti alimentari genuini, freschi, di origine garantita con il miglior rapporto prezzo/qualità grazie al taglio di tutte le intermediazioni con l’aggiunta del valore etico di una operazione che aiuta a salvare l’agricoltura del territorio e con essa l’ambiente, il paesaggio, le tradizioni e una cultura locale che si tramanda nei secoli”.
Le esperienze sono le più diversificate con la possibilità di “adottare” viti o animali direttamente nelle stalle per ottenere salumi “Doc”, ma anche alberi da frutta o piccoli orti. L’elemento veramente distintivo è però il fatto che offrono la possibilità di seguire direttamente le fasi del processo produttivo, oppure di organizzarsi a distanza la produzione di frutta e verdura. Molte aziende agricole infatti consentono di andare nei campi o nelle stalle per verificare nel tempo le condizioni, mentre altre si sono attrezzate con strumenti multimediali per controllare direttamente da casa seduti davanti al proprio pc. Le modalità e i costi possono variare e tengono conto del tipo di prodotto e di servizio che si richiede ed anche della stagionalità.
A Roma Fulvio Di Pasquale (www.ilmioortonaturale.it) offre l’opportunità di affittare un orto da coltivare con gli ortaggi preferiti, vederli crescere e arrivare sulla tua tavola in modo naturale. L’orto, dotato di rubinetto indipendente per l’irrigazione, viene preso in gestione dal nuovo “contadino” tramite un accordo stipulato con la Coldiretti. Il prezzo d’affitto comprende l’irrigazione e l’utilizzo degli spazi comuni dove trascorrere giornate all’aria aperta in compagnia di “ortolani” che condividono lo stesso interesse.
Nelle Marche l’azienda agricola Monsanto di Cagli (Pesaro Urbino) dà la possibilità di adottare un ortaggio e partecipare attivamente alla preparazione del terreno, alla sua semina e infine alla raccolta (www.ghiandaepomodoro.it). A Belvedere Ostrense (Ancona) l’azienda L’Acino Verde di Pierluca Federici promuove “Adotta un ulivo” (www.acinoverde.it). Sempre nell’Anconetano a San Marcello, la Tenuta San Marcello propone l’adozione di una vigna Doc di Lacrima di Morro d’Alba o di Verdicchio dei Castelli di Jesi (www.tenutasanmarcello.net).
Francesco Riggio in provincia di Reggio Calabria presso la sua azienda agricola (www.ntacalabria.it/aziende/agriturismo_riggio/index.html) offre l’opportunità di “allevare a distanza” allo stato semibrado il suinetto grecanico presso la sua azienda. La persona “affidataria” all’inizio di questa avventura (prenotazioni a agririggio@ntacalabria.it) versa una somma di 200 euro e contribuisce ogni mese con una rata di 45 euro che serve essenzialmente per il sostentamento del suino. Nel corso dei mesi di allevamento si potrà visitare l’azienda per controllare condizioni e tipo di alimentazione.
Annalisa Mastrogiuseppe di Pratola Peligna in provincia dell’Aquila, nella sua azienda agrituristica (www.lefavoledigaia.it) invece ha lanciato il progetto “adotta un solco” per creare piccoli orti per famiglie e pensionati con la passione per l’agricoltura, ma senza la possibilità di un campo da coltivare. Mentre in Puglia adottando un ulivo di Maria Mastroserio (www.agricolamastroserio.it) di Cassano delle Murge il consumatore diventa il tutore a distanza di un olio d’oliva extravergine di alta qualità garantendo all’intera famiglia e agli amici un prodotto della variertà Coratina, contribuendo alla salvaguardia del territorio. E sempre nelle Murge si ha la possibilità di salvare dall’estinzione la pecora “moscia” delle Murge o Altamurana ridotta a poche centinaia di esemplari rispetto ai 190mila censiti negli anni ’80: si può quindi adottare una pecora per preservare una razza con un patto etico con Nicola Colonna di Massaria La Calcara ad Altamura (www.masserialacalcara.it).
Mentre Lucia Giacomelli, 27 anni, dell’azienda agricola Giacomelli di Grosio (Sondrio) ha lanciato il progetto “vita da mucca” e ogni anno sono circa cento le richieste di adozioni che arrivano da tutta la Lombardia, ma anche da Germania e Belgio. Il consumatore che adotta una mucca riceve via mail la carta d’identità dell’animale, con foto, descrizione e segni particolari dell’animale. “Alla fine dell’estate – spiega Lucia – quando torniamo dall’alpeggio per ogni cliente che ha adottato le nostre mucche prepariamo una confezione di circa 3 chili di nostri formaggi”. L’adozione è annuale, rinnovabile, e costa 50 euro.