Mattarella scioglie le Camere: elezioni il 4 Marzo 2018


Al Quirinale il Capo dello Stato ha ricevuto Gentiloni, Grasso e Boldrini. Nel CdM del tardo pomeriggio la scelta della data delle prossime elezioni politiche

La XVII Legislatura, iniziata il 15 marzo 2013, è finita. Annunciato lo scioglimento delle Camere da parte del Presidente della Repubblica Mattarella

La XVII Legislatura, iniziata il 15 marzo 2013, è giunta al capolinea con l’annuncio dello scioglimento delle Camere da parte del Presidente della Repubblica Mattarella.

Come si legge in una nota diffusa dal Quirinale, “il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver sentito i Presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, che è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri”.

“Subito dopo, il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, si è recato dai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati per comunicare il provvedimento di scioglimento delle Camere” si legge ancora.

Nel pomeriggio Mattarella ha ricevuto al Quirinale il premier Gentiloni e in seguito sono saliti sul Colle anche il Presidente del Senato Pietro Grasso e la Presidente della Camera Laura Boldrini.

A Palazzo Chigi, alle ore 18:30, è stato fissato l’ultimo Consiglio dei Ministri del Governo Gentiloni. Nell’ordine del giorno, oltre alla delibera sulla prosecuzione delle missioni internazionali e delle iniziative di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione in corso, è stato affrontato anche il tema delle prossime elezioni politiche che si terranno il 4 Marzo 2018.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella firma il decreto di scioglimento delle Camere

Elezioni politiche il 4 Marzo 2018

Il Consiglio dei Ministri, prendendo atto della decisione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di sciogliere le Camere, ha approvato infatti, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro dell’interno Marco Minniti, tre decreti del Presidente della Repubblica per le elezioni politiche del 2018.

Il Consiglio dei Ministri ha deliberato di proporre al Capo dello Stato la data di domenica 4 marzo 2018 per la convocazione dei comizi elettorali per la Camera e il Senato, nonché quella di venerdì 23 marzo 2018 per la prima riunione delle nuove Camere, come da intesa con i Presidenti dei due rami del Parlamento.

Gli ulteriori due decreti presidenziali determinano, in conformità con quanto previsto dal decreto legislativo 12 dicembre 2017, n. 189, recante la “Determinazione dei collegi elettorali della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, in attuazione dell’articolo 3 della legge 3 novembre 2017, n. 165”, l’assegnazione del numero dei seggi per l’elezione della Camera dei deputati (circoscrizioni elettorali e collegi plurinominali di ciascuna circoscrizione; circoscrizione Estero) e del Senato della Repubblica (regioni e collegi plurinominali di ciascuna regione; circoscrizione Estero).

Gentiloni: “Il Governo continuerà a governare”

Intanto stamani, in merito al periodo transitorio che l’esecutivo dovrà affrontare dopo lo scioglimento delle Camere da parte di Mattarella, Gentiloni ha spiegato che “il governo non tirerà i remi in barca. Nei limiti fissati dalla Costituzione, dalle leggi e dalla prassi, il governo governerà”. “Sarà il presidente Mattarella – ha detto ancora Gentiloni – a dettare i tempi e i modi dei prossimi passaggi istituzionali. Le incognite di instabilita’ politica non vanno agitate, vanno affrontate con sobrietà, senso del dovere e se possibile senso della misura”.

“Ritengo importante aver raggiunto quello che ritenevo un obiettivo fondamentale del mio Governo, e cioè arrivare alla conclusione ordinata della legislatura. Può sembrare una mania però c’è di mezzo la Costituzione, che prevede che le legislature abbiano una certa durata, e l’importanza di evitare interruzioni brusche in un momento molto delicato in cui l’economia italiana e la nostra società si stavano leccando le ferite, riprendendo fiato e, in alcune aree, rimettendosi a correre. Sarebbe stato grave e devastante arrivare ad interruzioni traumatiche ed esercizi provvisori. Quello che siamo riusciti ad evitare” ha aggiunto il premier come riferisce l’agenzia Dire.