L’Autorità ha accolto le denunce del Codacons e indaga per pratica commerciale scorretta
L’Antitrust ha aperto un formale procedimento contro Eni Gas e Luce Spa per pratica commerciale scorretta, accogliendo una serie di segnalazioni del Codacons, relativamente al fenomeno dei maxi-conguagli illegittimi da tempo richiesti dalla società dell’energia agli utenti. Ne dà notizia la stessa Autorità per la concorrenza nell’ultimo Bollettino settimanale diffuso.
“La maggior parte delle denunce rivelano l’esistenza di diverse criticità nella gestione dei reclami da parte di Eni Gas e Luce, conseguenti, in particolare, all’invio di fatture di conguaglio di consumi, riferite a periodi pluriennali, di ingente o ingentissimo importo” si legge nel provvedimento dell’Antitrust.
“In tali circostanze gli utenti lamentano, da un lato, la difficoltà di comprendere e verificare la fondatezza delle richieste, dall’altro, la mancanza di una pronta risposta ai reclami, a fronte della minaccia della sospensione della fornitura di energia elettrica o gas, in caso di omesso pagamento delle fatture stesse. In particolare, alcuni utenti hanno segnalato di avere ricevuto diffide di pagamento di fatture già saldate o basate su dati di consumo non coerenti con quelli rilevati dal distributore al momento della sostituzione del contatore. Altri utenti hanno segnalato la reiterata emissione, da parte di Eni Gas e Luce, di fatture basate su stime difformi dai dati reali di consumo, a causa del malfunzionamento dei contatori, o dell’intelligibilità del dato di lettura o anche delle inevase richieste di sostituzione dei misuratori” prosegue l’Autorità.
“In qualche caso, Eni avrebbe attribuito consumi presuntivi, privi di riscontri effettivi, e avviato, pur a fronte delle contestazioni degli utenti, le azioni di recupero crediti. Un denunciante, in particolare, producendo tutt le fatture pagate dagli anni 2012 al 2017, ha lamentato la pretesa diffida legale – con minaccia di sospensione – per insolvenza di una fattura di importo esorbitante (superiore a 40.000 euro),“da cui si evince ictu oculi l’errore evidente che ha generato la fattura de quo”, con riferimento a un dato di misura del tutto incoerente con i consumi storici del cliente rilevati nel corso degli ultimi anni. Risulta, inoltre, che le fatture riguardanti conguagli pluriennali di consumi hanno favorito l’insorgere di criticità di diversa natura per i consumatori, specialmente quando i conguagli, di importo rilevante, sono riferiti a periodi risalenti ad oltre cinque anni dalla data di emissione delle fatture”.
“Dalla complessiva documentazione acquisita agli atti risulta, dunque, che la società Eni gas e luce S.p.A. non ha posto in essere tutte le iniziative necessarie ad assicurare un’adeguata gestione delle istanze dei consumatori ed ha reiterato la pratica commerciale scorretta, sopra descritta, già accertata con la delibera dell’11 maggio 2016 – scrive l’Antitrust –. Pertanto, dalle evidenze documentali, risulta che la pratica ritenuta scorretta, in violazione degli articoli 20, comma 2, 24 e 25 del Codice del Consumo, è stata nuovamente diffusa nei mesi successivi alla data di notifica. Ricorrono, in conclusione, i presupposti per l’avvio del procedimento previsto dall’art. 27, comma 12, del Codice del Consumo, volto all’irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 5.000.000 euro”.
“Le nostre denunce contro l’odiosa prassi dei maxi-conguagli per consumi presunti, errati o prescritti sono state accolte dall’Antitrust, che grazie ai nostri esposti ha aperto ora un formale procedimento che rischia di portare ad una pesante sanzione nei confronti di Eni, colpevole di non aver saputo gestire i reclami presentati dagli utenti e di non aver riconosciuto i diritti dei consumatori” conclude il Codacons.