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Closeness Seekers: quando le emozioni si condividono con i dolci

Closeness Seekers: nasce la community di persone che amano dedicare tempo alla cucina per creare dolci unici da condividere con le persone care

Amano cucinare, fare dolci e soprattutto condividere i loro piatti con le persone care: la nuova “tribù” sui social

Preparano torte per festeggiare un compleanno, impastano biscotti in occasione delle festività e sfoderano “ricette segrete” per un amico speciale. Si chiamano Closeness Seekers, che letteralmente significa “cercatori di vicinanza”, e sono le persone che amano dedicare tempo alla cucina per creare piatti unici da condividere con le persone che amano. Creatività e spensieratezza sono alla base del loro pensiero, che vuole portare armonia all’interno di un gruppo. Jean-Anthelme Brillat-Savarin, brillante politico e gastronomo francese, riconobbe proprio nell’atto di cucinare una prima forma di organizzazione della vita civile degli esseri umani.

La cucina, di per sé aggregante, diventa così il luogo ideale dove dare spazio alle proprie idee, per donare un sorriso a chi si ama. Attenzione e gratitudine sono ulteriori valori di questa tribù, che rimandano all’immagine di una persona altruista. I dolci fatti in casa rappresentano così la matrice di questo pensiero e vivono tramite ricette stagionali, dove il cioccolato è l’assoluto protagonista.

È quanto emerge da un’indagine condotta da Found! per Perugina GranBlocco, realizzata attraverso il monitoraggio e l’analisi di oltre 100 testate internazionali (quotidiani e periodici) e di 1200 siti Internet, per scoprire gli aspetti positivi della cucina home-made, in particolare dei dolci.

“Il tempo è il nuovo indice di benessere, molto più del denaro – afferma il Dott. Giandomenico Bagatin, Psicologo, Psicoterapeuta ed autore del libro ‘Riprenditi il tuo Tempo’-. Corriamo tutto il giorno e abbiamo poco tempo da dedicare agli affetti. Per questo motivo il fatto che una persona crei e si ritagli del tempo per fare qualcosa per noi, come un dolce fatto in casa, viene molto apprezzato. Il termine Closeness Seekers che definisce questo gruppo di persone, può rimandare all’idea della persona che cerca l’altro per essere contenta”.

“È una forma di comunicazione a tutti gli effetti: sfatiamo il mito della super indipendenza, tutti abbiamo bisogno di relazioni. L’essere umano si nutre di relazioni a prescindere. È anche vero che chi ha fatto ricerche sulla motivazione umana ha trovato che esistono delle tipologie motivazionali. David McClelland ad esempio, noto psicologo statunitense, ha riscontrato 3 motivazi di base: una di queste è stata definita ‘affiliation’, ovvero il coltivare relazioni attravarso gesti di cura e attenzioni” aggiunge.

Le pellicole cinematografiche e i libri hanno raccontato in lungo e in largo il valore della cucina e gli effetti positivi dei dolci. “Chocolat”, film diretto dal regista Lasse Hallström e tratto dal romanzo dell’autrice britannica Joanne Harris, vede il cioccolato al centro della scena, unico momento di spensieratezza per gli abitanti di un piccolo paesino francese. In “Lezioni di cioccolato” invece, film diretto da Claudio Cupellini, il cioccolato è protagonista di una storia d’amore. Anche il libro Alla ricerca del tempo perduto, il romanzo più importante scritto da Marcel Proust, parla spesso di cibo. In particolare l’autore francese si sofferma sulle Petites Madeleines, dolci speciali che gli fanno ricordare aspetti positivi della propria giovinezza.

Dolci preparati in casa, che rappresentano un collante naturale tra le persone che si amano e che sono emblema della tribù dei Closeness Seekers. Questa tendenza si lega inevitabilemnte alla cucina, protagonista della vita comune e della narrativa come nela caso di “Kitchen”, celebre romanzo dall’autrice giapponese Banana Yoshimoto, che parla della cucina di casa come luogo ideale dove vivere le emozioni. La stanza che più di tutte rispecchia i suoi abitanti: “Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene”.

Il cioccolato è l’assoluto protagonista delle ricette dei Closeness Seekers, a lungo associato al piacere e che oggi rappresenta un’ingrediente indispensabile in cucina. I dolci più golosi, capaci di strappare un sorriso anche al più attenti sostenitori della dieta, sono quasi tutti a base di cioccolato.

Anche i social network hanno dato uno spinta considerevole alla tendenza delle ricette home-made e di conseguenza allo stile di vita dei Closeness Seekers. I foodblogger ne sono l’emblema visto lo straordinario successo avuto negli ultimi anni. Tra le più famose Benedetta Rossi e la sua pagina “Fatto in casa da Benedetta” che conta oltre 3 milioni di fan in giro per l’Italia. Insieme a lei Chiara Maci, Misya, Sonia Peronaci, Singerfood e tanti altri. Seguiti da studenti fuori sede alla ricerca di ricette golose o da giovani casalinghe cresciute insieme al web, questa figura ha aiutato le nuove generazioni a confrontarsi in cucina per condividere con amici e parenti i propri risultati. Non serve essere cuochi provetti per strappare un sorriso alle persone care; molte volte è il pensiero che conta e che aiuta a rendere unico un piatto e allo stesso tempo la giornata di una persona.

La televisone poi, ha esaltato questi aspetti grazie a programmi come il recentissimoThe Sweetman Pro”, programma con protagonista il maestro Iginio Massari alle prese con l’alta pasticceria e i suoi valori. Oltretutto, come riporta l’ HuffPost, sfornare dolci per gli altri può rivelarsi un modo utile per comunicare i propri sentimenti. Susan Whitbourne, professoressa di psicologia e neuroscienze della University of Massachusetts, menziona la prassi culturale di regalare cibo alle persone quando i loro cari vengono a mancare. A volte non si trovano le parole e solo il cibo può comunicare ciò che s’intende dire: chi ha difficoltà a esprimere i propri sentimenti potrebbe trovare utile mostrare gratitudine, riconoscenza o affetto con dolci da forno.

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