Presentata al Ministero della Salute la campagna #ReumaDays: la SIR scende nelle piazze di 11 città per istruire i cittadini
Il 54% degli italiani non sa che è possibile prevenire le malattie reumatiche. Per sette cittadini su dieci, infatti, le principali cause di questi disturbi sono il clima freddo o umido. Solo la metà indica tra i fattori di rischio gli stili di vita scorretti come l’eccesso di peso, il fumo di sigaretta o la sedentarietà. E il 90% vorrebbe ricevere maggiori informazioni e notizie da parte degli specialisti reumatologi. È quanto emerge da un sondaggio condotto dalla Società Italiana di Reumatologia (SIR), nella prima tappa della campagna itinerante #ReumaDays, che si è svolta a Rimini proprio in occasione del congresso nazionale di fine novembre, intervistando 2mila persone.
Una ulteriore conferma della necessità di promuovere informazione ed educazione sulle malattie reumatiche ha spinto la SIR ad avviare un vero e proprio tour in tutta Italia che viene presentato oggi all’Auditorium del Ministero della Salute a Roma. Nelle prossime settimane gli specialisti della SIR “scenderanno in piazza” in altre 10 città della Penisola per spiegare ai cittadini come giocare d’anticipo contro patologie molto serie e potenzialmente invalidanti come artrite reumatoide, spondilite, artrite psoriasica o reumatismi extra-articolari.
Nelle varie tappe saranno allestiti info point dove i cittadini potranno dialogare con gli esperti reumatologi e ricevere materiale informativo tra cui l’opuscolo, realizzato dalla SIR, Come prevenire e affrontare le malattie reumatiche. Inoltre saranno organizzate in ogni città specifiche lezioni di salute nelle scuole e nei centri anziani e tavole rotonde che vedranno la partecipazione di medici, cittadini e rappresentanti dei pazienti reumatici. L’obiettivo finale è aumentare il livello di conoscenza e consapevolezza sulle oltre 150 malattie reumatiche che colpiscono più di 5 milioni di italiani d’ogni fascia d’età.
“Sono patologie destinate ad aumentare di pari passo con il crescere dell’età media della popolazione del nostro Paese – afferma il prof. Mauro Galeazzi, Presidente Nazionale SIR -. Solo l’artrite e l’artrosi interessano il 16% degli italiani mentre l’osteoporosi il 7,6%. Se non vengono curate in modo adeguato e tempestivo possono compromettere seriamente la qualità della vita ed essere anche mortali”.
“Diventa perciò fondamentale la prevenzione, anche primaria: vanno seguite scrupolosamente alcune regole del benessere a partire dal controllo del peso corporeo. Anche le sigarette devono essere eliminate perché, oltre il cancro e i disturbi cardiovascolari, favoriscono anche l’insorgenza di patologie autoimmuni sistemiche. Si calcola che, in una persona geneticamente predisposta, il fumo aumenta di ben 15 volte il rischio di artrite reumatoide. Con questo tour vogliamo anche coinvolgere direttamente le Istituzioni; per questo è importante presentare questa campagna direttamente al Ministero della Salute” aggiunge.
“Insegneremo agli italiani come riconoscere i più evidenti segnali specifici delle malattie reumatiche – prosegue il prof. Luigi di Matteo, Vice Presidente SIR -. Dolori articolari e muscolari persistenti, stancabilità, rigidità osteoarticolare e lombalgia, mani fredde, secchezza oculare, sono sintomi che contraddistinguono i disturbi reumatici. Chi ne soffre deve quindi rivolgersi tempestivamente ad uno specialista reumatologo”.
“Oggi abbiamo a disposizione terapie con le quali possiamo garantire la remissione della patologia e quindi un ritorno ad una vita normale. Tuttavia, in ancora troppi casi siamo costretti a intervenire quando è già tardi e le cure risultano così meno efficaci. Le malattie alle ossa e agli organi di locomozione, infatti, rappresentano la terza causa di invalidità in Italia. L’assistenza socio-sanitaria per l’artrite reumatoide, l’artrite psoriasica e la spondilite anchilosante costa invece alla collettività più di 4 miliardi di euro l’anno, quasi la metà dei quali dovuti alla perdita di produttività dei lavoratori colpiti” prosegue.
“Con questa iniziativa vogliamo anche promuovere, su tutto il territorio nazionale, la nostra specialità medica – sostiene la dott.ssa Manuela Di Franco delegato regionale SIR per il Lazio -. Il reumatologo è, infatti, una figura professionale che deve essere maggiormente incentivata e valorizzata all’interno del sistema sanitario per far fronte alle nuove sfide che dovremo affrontare nei prossimi anni”.
Dopo Rimini, le città coinvolte dal #ReumaDays saranno: Ancona (28 febbraio – 1 marzo), Pescara (3-4 marzo), Potenza (9-10 marzo), Ragusa (12-13 marzo), Cagliari (17-18 marzo), Siena (21-22 marzo), Perugia (24-25 marzo), Brescia (4-5 aprile), Udine (7-8 aprile) e Padova (10-11 aprile).
La campagna nazionale è realizzata anche grazie al ruolo attivo svolto dalle associazioni di pazienti ANMAR Onlus (Associazione Nazionale Malati Reumatici) e APMAR (Associazione Nazionale per Persone con Malattie Reumatologiche e Rare) che aiutano la SIR nelle varie iniziative.
“È un piacere e un dovere scendere in piazza a fianco dei reumatologi per una campagna che vuole raggiungere in modo capillare più cittadini possibili – commenta la dott.ssa Silvia Tonolo, Presidente Nazionale ANMAR Onlus -. Come rappresentanti dei pazienti sappiamo perfettamente come alcune malattie possano rendere difficili o impossibili semplici gesti quotidiani come aprire un barattolo, mettere una firma su un documento o guidare un’automobile. Ben vengano quindi tutte le iniziative volte a contrastare questi disturbi sempre più diffusi. ANMAR sarà presente con le proprie associazioni regionali a supportare gli eventi in tutte le date”.
“È importante riuscire a informare a 360 gradi tutta la popolazione – conclude la dott.ssa Antonella Celano Presidente Nazionale APMAR -. Dobbiamo riuscire a mettere in guardia anche i giovani e i giovanissimi sui rischi che possono correre. Le malattie reumatiche, infatti, non interessano solo ed esclusivamente gli anziani. L’artrite reumatoide è, per esempio, una delle più gravi e colpisce soprattutto le donne in età fertile tra i 35 e i 40 anni”.