Potenza, la Polizia scopre giro di prostituzione: 3 arresti


Nei guai due uomini e una donna: sfruttavano ragazze nigeriane portate in Italia e costrette a prostituirsi

Favorivano la prostituzione nel centro urbano di Potenza e sfruttavano ragazze nigeriane: la Polizia ha arrestato tre persone, due uomini e una donna

Favorivano la prostituzione nel centro urbano di Potenza e sfruttavano ragazze extracomunitarie. Per questo motivo la Squadra mobile ha arrestato tre persone, due uomini e una donna. Tutto è partito da controlli della Sezione criminalità straniera sul mondo della prostituzione di ragazze extracomunitarie, alloggiate in diverse strutture di accoglienza nel centro di Potenza.

Dalle indagini i poliziotti hanno scoperto un giro di prostituzione che faceva arrivare ragazze per lo più dalla Nigeria, finanziando loro il viaggio, che poi le donne dovevano restituire attraverso l’attività di prostituzione.

Come in casi analoghi, l’accordo veniva garantito prima con la consacrazione dell’impegno mediante celebrazione, nelle terre di origine, di riti pseudo religiosi che prospettavano conseguenze sfortunate in caso di violazione dell’accordo e, una volta arrivate in Italia, mediante minacce, pressioni, e controlli per assicurare la restituzione del prestito.

Dalla denuncia di una donna vittima di sfruttamento sessuale, gli agenti hanno raccolto indizi per arrivare agli arresti di questa mattina. La ragazza ha raccontato di essere partita dalla Nigeria grazie

all’intermediazione di due suoi connazionali che le hanno anticipato il costo del viaggio, a patto che restituisse la somma, pari a 30 mila euro, lavorando come prostituta per conto di una donna (la cosiddetta madame), che si trovava in Francia.

Per suggellare l’accordo, la ragazza è stata sottoposta ad una sorta di rito magico-religioso, in modo da far nascere in lei il timore delle conseguenze nefaste, morti e gravi malattie, che sarebbero capitate ai membri della sua famiglia nel caso in cui non avesse mantenuto il patto.

Dopo un viaggio terribile, la ragazza era sbarcata in Italia, al porto di Lampedusa (Agrigento) ed era stata ospitata dal mese di aprile del 2016 in un centro di accoglienza di Potenza. Lì era stata contattata dalla donna arrestata oggi, che attraverso minacce, le ricordava di dover adempiere alla promessa fatta, e di procurarsi il denaro lavorando come prostituta. La “madame” inoltre forniva i clienti e offriva informazioni utili sui luoghi dove sostare e come sfuggire ai controlli di polizia. In casi estremi forniva anche pillole abortive.