La Presidente Mira Wszelaka: “È sbagliato parlare di Auschwitz come campo di sterminio polacco, ecco la giusta definizione”
Riceviamo e pubblichiamo una nota della Lega Polacca contro le Diffamazioni, che visto l’approssimarsi dell’anniversario dell’ingresso dell’Armata Rossa nel campo di sterminio di Auschwitz, desidera comunicare quanto segue.
Negli anni passati, negli articoli scritti per la ricorrenza, è stato rilevato un numero inquietante di espressioni quali “campo di sterminio polacco di Auschwitz” o “campo di concentramento polacco di Auschwitz”.
Il campo di sterminio di Auschwitz fu creato nel 1940 dai tedeschi presenti in Polonia dopo l’occupazione di questo Paese, avvenuta in seguito all’aggressione della Polonia del 1939, ad opera delle forze del III Reich Tedesco. Inizialmente, l’obiettivo del campo era quello di sterminare i rappresentanti dell’intellighenzia polacca. Dopo la fondazione del campo Auschwitz II, questo luogo divenne la sede dello sterminio di massa degli ebrei.
Il governo polacco, dal settembre 1939, era rifugiato all’estero, dapprima in Francia e poi in Gran Bretagna, privo di qualsiasi giurisdizione sui territori occupati dai tedeschi. Secondo la convenzione dell’Aia, la responsabilità per gli eventi accaduti nelle aree occupate ricade sull’occupante.
Il genocidio perpetrato, tra il 1939 e il 1945, a danni di polacchi, ebrei, rom e altri popoli, all’interno dei campi di concentramento e sterminio creati nelle regioni polacche occupate dai tedeschi, ad opera delle autorità del III Reich, si svolse nell’indifferenza da parte degli alleati della coalizione antinazista. Le autorità polacche allarmarono più volte il mondo libero, evidenziando il genocidio condotto dai tedeschi.
In Polonia esisteva il maggior movimento di resistenza all’interno dei territori occupati europei. Esso coinvolgeva sia i militari che la popolazione civile. Le autorità dell’organizzazione statale sotterranea polacca emettevano ed eseguivano condanne a morte nei confronti di tutti coloro che provavano ad unirsi all’azione persecutoria dei tedeschi nei confronti degli ebrei.
Le autorità tedesche, sui territori polacchi occupati, introdussero la pena capitale per tutti coloro che avessero aiutato gli ebrei, nascondendoli od offrendo loro qualsiasi forma di sostegno. Questa pena riguardava famiglie intere, adulti e bambini. Nonostante ciò, i polacchi aiutavano i propri concittadini ebrei. I tedeschi, per l’aiuto concesso agli ebrei, giustiziarono migliaia di polacchi.
I campi di concentramento e sterminio tedeschi in territorio polacco, tra cui quello di Auschwitz, erano istituzioni tedesche, con personale statale proveniente dalla Germania, impegnato a realizzare i compiti economici e politici fissati dal governo tedesco.
Anche per questo, la Lega Polacca contro le Diffamazioni, in occasione dell’anniversario dell’ingresso dell’Armata Rossa ad Auschwitz, tiene a precisare che il nome corretto di questo luogo è: “campo di sterminio nazista tedesco di Auschwitz”. La definizione “campo di concentramento/sterminio nazista tedesco” riguarda anche gli altri campi organizzati dai tedeschi sul territorio occupato della Polonia.
Non esistevano “campi di concentramento polacchi”. I polaccchi, insieme agli ebrei, furono vittime del genocidio tedesco. La Polonia, in seguito alla guerra scatenata dalla Germania, perse quasi il 20% della popolazione. La definizione “campi di concentramento polacchi” equivale al “negazionismo dell’Olocausto”, ossia alla negazione della responsabilità tedesca.
La Lega Polacca contro le Diffamazioni, attraverso la sua Presidente Mira Wszelaka comunica infine la propria intenzione di promuovere azioni giudiziarie contro tutte le redazioni e i giornalisti che useranno l’espressione “campo di sterminio polacco”, “campo di concentramento polacco” o espressioni simili.