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Emergenza smog: 39 città italiane fuorilegge per le polveri sottili

Le polveri sottili sono da sempre un acerrimo nemico della salute: possono essere facilmente inalate e, raggiungendo i polmoni, possono causare sei problemi di salute

Nei bambini con meno di cinque anni, il 33% delle malattie è causato da fattori ambientali

Aria sempre più irrespirabile secondo l’ultimo dossier Legambiente: nel 2017 sono 39 le città italiane con livelli di Pm10 alle stelle. Situazione critica per lo smog in Pianura Padana e nelle città del Nord

Nel 2017 segnato dalla siccità e dai record negativi per le piogge, emergenza smog sempre più cronica in Italia con aria irrespirabile nelle grandi città e 12 mesi da “codice rosso” a causa delle elevate concentrazioni delle polveri sottili e dell’ozono.

A fotografare la situazione è Mal’aria 2018 – “L’Europa chiama, l’Italia risponde?”, il rapporto sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane che Legambiente presenta oggi alla vigilia del vertice di Bruxelles sulla qualità dell’aria.

Un incontro, rivolto agli otto Paesi in procedura di infrazione, tra cui c’è anche l’Italia, e fortemente voluto dalla Commissiona Europea che in questi giorni ha lanciato anche un ultimatum al nostro Paese, chiedendo al ministro dell’ambiente Galletti aggiornamenti sulle misure pianificate dall’Italia in materia di smog. In mancanza di misure concrete ci sarà il rinvio alla Corte di giustizia europea con inevitabili e salatissime multe per l’Italia.

Intanto la qualità dell’aria della Penisola lascia a desiderare: dopo il confronto tra “l’aria che tira in alcune città italiane ed europee”, Legambiente fa ora il punto sull’inquinamento atmosferico e sullo smog nella Penisola.

Dal report Mal’aria emerge che, nel 2017 in ben 39 capoluoghi di provincia italiani è stato superato, almeno in una stazione ufficiale di monitoraggio di tipo urbano, il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi/metro cubo.

Le prime posizioni della classifica sono tutte appannaggio delle città del Nord (Frosinone è la prima del Centro/Sud, al nono posto), a causa delle condizioni climatiche che hanno riacutizzato l’emergenza nelle città dell’area del bacino padano.

Su 39 capoluoghi, ben cinque hanno addirittura oltrepassato la soglia di 100 giorni di smog oltre i limiti: Torino (stazione Grassi) guida la classifica con il record negativo di 112 giorni di livelli di inquinamento atmosferico illegali; Cremona (Fatebenefratelli) con 105; Alessandria (D’Annunzio) con 103; Padova (Mandria) con 102 e Pavia (Minerva) con 101 giorni. Ci sono andate molto vicina anche Asti (Baussano) con 98 giorni e Milano (Senato) con le sue 97 giornate oltre il limite. Seguono Venezia (Tagliamento) 94; Frosinone (Scalo) 93; Lodi (Vignati) e Vicenza (Italia) con 90.

Situazione critica per lo smog specialmente nelle zone della Pianura Padana: in 31 dei 36 capoluoghi di provincia delle quattro regioni del Nord (Piemonte Lombardia Veneto ed Emilia Romagna) è stato sforato il limite annuo giornaliero; in questi stessi Comuni l’85% delle centraline urbane ha rilevato concentrazioni oltre il consentito, a dimostrazione di un problema diffuso in tutta la città e non solo in determinate zone.

Non va certamente meglio nelle altre regioni: in Campania le situazioni più critiche sono state registrate nelle stazioni delle città di Caserta (De Amicis), Avellino (Alighieri) e Napoli (Ferrovia) che hanno superato il limite giornaliero di 50 microgrammi/metrocubo rispettivamente per 53, 49 e 43 volte. In Umbria situazione critica a Terni con 48 giorni di aria irrespirabile. In Friuli-Venezia Giulia la classifica di Mal’aria vede ai primi posti Pordenone (Centro) con 39 superamenti e Trieste (Mezzo mobile) con 37. Nelle Marche, invece, è Pesaro con 38 giorni oltre i limiti a posizionarsi tra le città peggiori.

“Come ribadiamo da anni non servono misure sporadiche, ma è urgente mettere in atto interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello nazionale che locale” dichiara Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente .

“Una sfida che la prossima legislatura deve assolutamente affrontare. Gli innumerevoli protocolli e accordi non devono riguardare solo le regioni padane, ma tutte le regioni e le città coinvolte da questa emergenza smog. Occorre ripartire da un diverso modo di pianificare gli interventi nelle aree urbane, con investimenti nella mobilità collettiva, partendo da quella per i pendolari, nella riconversione sostenibile dell’autotrazione e dell’industria, nella riqualificazione edilizia, nel riscaldamento coi sistemi innovativi e nel verde urbano. Serve potenziare anche il sistema dei controlli pubblici, con l’approvazione ancora mancante dei decreti attuativi della legge sulle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente da parte del Ministero” aggiunge.

Gli accordi sottoscritti fino ad ora tra Ministero, Regioni, Comuni (l’ultimo in ordine di tempo a giugno scorso per l’area padana) per affrontare la cattiva qualità dell’aria sono serviti a poco o nulla; sia a causa del tipo di provvedimento previsto, oppure nella loro reale applicazione o ancora per l’assenza di controlli. La criticità generali riscontrate sono state sostanzialmente due: da un lato il disomogeneo recepimento dell’accordo da parte dei singoli Comuni, senza un’armonizzazione degli interventi; dall’altro l’aver frammentato le responsabilità, “esonerando” di fatto le quattro Regioni dallo svolgere in maniera stringente il proprio ruolo e dovere di coordinamento.

Legambiente ricorda, inoltre, che l’Italia è il Paese in cui si vendono ancora più auto diesel (56% del venduto tra gennaio e ottobre 2017 contro una media europea del 45%), e dove circolano auto e soprattutto camion tra più vecchi d’Europa (quasi 20 anni di età media). Per l’associazione occorre, invece, sostenere ed accelerare il processo di potenziamento del trasporto pubblico locale, per renderlo sempre più efficace e affidabile e la sua trasformazione verso un parco circolante completamente elettrico, come varato dal piano del comune di Milano da qui al 2030 o come cominciato a fare dall’azienda del trasporto pubblico torinese su alcune linee.

Ancora, occorre limitare l’accesso nelle aree urbane in maniera stringente e costante ai veicoli più inquinanti, spingendosi, come fatto dal comune di Torino, al blocco dei mezzi euro 5 diesel e a Roma, dove si è arrivati recentemente a bloccare anche le Euro 6. Per incentivare questa trasformazione serve, però, potenziare le infrastrutture di ricarica dell’elettrico e, soprattutto, implementare nelle aree urbane infrastrutture per la mobilità ciclo-pedonale. Senza tralasciare la riqualificazione degli edifici pubblici e privati che dovrebbero riscaldare senza inquinare; il rafforzamento dei controlli sulle emissioni di auto, caldaie ed edifici; intervenire specificatamente sulle aree industriali e portuali. Da ultimo, ma non meno importante, ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città aumentando il verde urbano.

Non solo smog: Ozono ti tengo d’occhio

Legambiente riporta anche la classifica dei superamenti di Ozono dell’anno appena concluso. L’importanza di questo inquinante viene spesso sottovalutata, nonostante le stime dell’Agenzia Ambientale Europea (EEA) riportino 13.600 morti premature riconducibili all’ozono in Europa nel 2015, di cui 2.900 solo in Italia. Sono 44 le città che hanno registrato il superamento del limite di 25 giorni nell’anno solare: le città peggiori, che hanno superato più del triplo il limite concesso, sono Catanzaro con 111 superamenti, Varese (82), Bergamo (80), Lecco (78), Monza (78) e Mantova (77).

Andando a confrontare le città che hanno superato i limiti rispettivamente per le polveri sottili e per l’ozono troposferico nel 2017, sono 31 quelle che risultano fuori legge per entrambi gli inquinanti. Sommando i giorni di mal’aria respirata dai cittadini nel corso dell’anno solare, la speciale classifica che esce fuori vede la città di Cremona prima in questa drammatica lista con ben 178 giorni di inquinamento rilevato (105 per le polveri sottili e 73 per l’ozono); Pavia 167, Lodi, Mantova e Monza seguono a pari giornate con 164 giorni di inquinamento totale, Milano 161 e Alessandria con 160 si trova al settimo posto.

Delle 31 città con un inquinamento costante tutto l’anno, 28 superano i 100 giorni, e 16 superano addirittura i 150 giorni. Sono le città dell’area padana a riempire la classifica con l’aggiunta di Frosinone e Terni. La popolazione residente in questi capoluoghi ammonta a circa 7 milioni di abitanti che, in pratica, hanno respirato polveri e gas tossici e nocivi circa un giorno su due nel peggiore dei casi (Cremona), al massimo uno su quattro nel caso di Biella che chiude la classifica con 87 giornate. Numeri che si traducono in problemi di salute, costi per il sistema sanitario e impatti rilevanti sugli ecosistemi: le morti premature attribuibili all’inquinamento atmosferico nel nostro Paese sono oltre 60mila l’anno, come riportato annualmente nei report dell’Agenzia Ambientale europea (EEA). Senza contare che in Italia i costi collegati alla salute derivanti dall’inquinamento dell’aria si stimano fra i 47 e i 142 miliardi di euro (stima al 2010). Dati che descrivono ancor di più l’urgenza di politiche concrete di miglioramento della qualità dell’aria.

Il confronto con le città europee

Mal’aria 2018 contiene inoltre un focus “Che aria tira in città: il confronto con i dati europei” dal quale emerge che le principali città italiane sono tra le più critiche a livello europeo per quanto riguarda lo smog, secondo i dati elaborati da Legambiente a partire dall’ultimo report del 2016 dell’Organizzazione mondiale della Sanità. L’associazione ambientalista ha confrontato le medie annuali di PM10 di 20 grandi città di Italia, Spagna, Germania, Francia, e Regno Unito (dati 2013). I valori peggiori relativi alla concentrazione media annuale di polveri sottili (Pm10) si registrano proprio in Italia: a Torino (39 microgrammi/metrocubo di Pm10), Milano (37) e Napoli (35), che primeggiano sulle sorelle europee come Siviglia, Marsiglia e Nizza dove invece si registra una concentrazione media annuale di Pm10 di 29 μg/mc.

Roma si piazza, insieme a Parigi, al settimo posto con una concentrazione media annua di 28 μg/mcs, seguono gli altri centri urbani europei con valori di gran lunga più bassi. Negli anni successivi al 2013, la situazione delle quattro città italiane non è migliorata: la media annuale di PM10 a Torino è stata di 35 microgrammi/mc nel 2014, 39 nel 2015 e 36 nel 2016; a Milano è stata nei tre anni 35-41-36; a Napoli è stata 29 nel 2014 e nel 2015 e 28 nel 2016. A Roma, dai 29 microgrammi per metro cubo del 2014 si è passati a 31 nel 2015 e di nuovo a 29 nel 2016.

Il dossier è disponibile su https://www.legambiente.it/contenuti/dossier/malaria-2018.

La classifica dei capoluoghi di provincia che hanno superato con almeno una centralina urbana la soglia limite di polveri sottili in un anno; il D.lgs. 155/2010 prevede un numero massimo di 35 giorni/anno con concentrazioni superiori a 50 μg/m3.

n.

Città

Centralina

Superamenti da gennaio 2017

Aggiornamento al

1 Torino Grassi

112

31/12/17

2 Cremona Via Fatebenefratelli

105

31/12/17

3 Alessandria D’Annunzio

103

31/12/17

4 Padova Mandria (BU)

102

31/12/17

5 Pavia Piazza Minerva

101

31/12/17

6 Asti Baussano

98

31/12/17

7 Milano Senato

97

31/12/17

8 Venezia V. Tagliamento (Tu)

94

31/12/17

9 Frosinone Frosinone Scalo

93

31/12/17

10 Lodi Viale Vignati

90

31/12/17

11 Vicenza Quartiere Italia (Bu)

90

31/12/17

12 Mantova Piazza Gramsci

87

31/12/17

13 Brescia Villaggio Sereno

86

31/12/17

14 Monza Via Machiavelli

86

31/12/17

15 Modena Giardini

83

31/12/17

16 Piacenza Giordani-Farnese

83

31/12/17

17 Reggio Emilia Timavo

83

31/12/17

18 Treviso* S.Agnese E Via Lancieri Di Novara

83

31/12/17

19 Vercelli Gastaldi

82

31/12/17

20 Rovigo Centro (TU)

80

31/12/17

21 Verona S.Bonifacio

80

31/12/17

22 Parma Montebello

74

31/12/17

23 Novara Roma

72

31/12/17

24 Bergamo Via Garibaldi

70

31/12/17

25 Como Centro

69

31/12/17

26 Ferrara Isonzo

62

31/12/17

27 Rimini Flaminia

57

31/12/17

28 Caserta Scuola De Amicis

53

31/12/17

29 Ravenna Zalamella

53

31/12/17

30 Avellino Scuola Alighieri

49

31/12/17

31 Terni Le Grazie

48

31/12/17

32 Biella Lamarmora

46

31/12/17

33 Varese Via Copelli

45

31/12/17

34 Lecco Via Amendola

43

31/12/17

35 Napoli Ferrovia

43

31/12/17

36 Bologna Porta San Felice

40

31/12/17

37 Pordenone Pordenone Centro

39

31/12/17

38 Pesaro Scarpellini

38

31/12/17

39 Trieste Mezzo Mobile Via S.Lorenzo in S.

37

31/12/17

Fonte: elaborazione Legambiente su dati Arpa o Regioni.   

*per la città di Treviso sono riportate le due centraline urbane peggiori che hanno raggiunto lo stesso numero di giorni di superamento.             

 

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