Da gennaio 2015 ad oggi sono 243 i soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso espulsi dall’Italia con accompagnamento nel proprio Paese
Un cittadino tunisino è stato espulso dal territorio nazionale per motivi di sicurezza dello Stato. Con questa espulsione, la sesta del 2018, sono 243 i soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso espulsi con accompagnamento nel proprio Paese, dal 1° gennaio 2015 ad oggi.
Come riferisce il Ministero dell’Interno si tratta di un 41enne tunisino, detenuto presso la Casa Circondariale di Palermo per reati in materia di stupefacenti, segnalato dal Dipartimento Affari Penitenziari per aver posto in essere, anche attraverso atti di sopraffazione, un’attività di proselitismo mirata alla radicalizzazione di un suo connazionale compagno di cella. In particolare, è risultato aver incitato quest’ultimo a non lavorare più all’interno del carcere “al servizio degli infedeli” bensì, insieme a lui, a “mettersi al servizio dei terroristi” una volta liberi. Per questi motivi, il cittadino tunisino, una volta scarcerato, è stato rimpatriato, con accompagnamento nel proprio Paese, con un volo decollato dalla frontiera aerea di Roma Fiumicino.
Appena tre giorni fa lo stesso provvedimento di espulsione firmato dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, aveva riguardato una 46enne marocchina, residente nel comasco, moglie di un estremista egiziano che ha combattuto tra i ranghi del 7° Battaglione Mujaheddin durante i conflitti in Bosnia degli anni Novanta e arrestato oggi dalla Digos di Milano per partecipazione a organizzazione terroristica.
Oltre ai due egiziani, erano stati espulsi dall’Italia nelle stesse ore anche un 43enne e un 45enne di nazionalità macedone entrambi residenti in provincia di Treviso.