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Nei Paesi in guerra il tasso di analfabetismo più alto tra i giovani

La denuncia dell'UNICEF: nei Paesi in guerra come in Africa centrale e orientale si registra il tasso più alto di analfabetismo fra i giovani: nella foto una scuola in Sud Sudan

On 11 August 2016, children are seen in a primary school in Rubkona, South Sudan. The school recently reopened as part of the Back to Learning initiative providing education opportunities to children outside the (POC) protection of civilian sites. UNICEF has supplied learning and teaching supplies in the form 'School in a box'. More support is needed for school furniture and very basic renovation of the school and its classrooms. South Sudan has one of the highest proportions of children out of school in the world, that is 1.8 million children with an unclear future. With a low primary enrolment rate, around 40 percent, less than 14 percent complete the 8 year primary cycle. Only 30 per cent of those enrolled are girls and only 1 out of 10 girls complete the primary education cycle. Incidents of children dropping out of school has recently increased due to economic crisis and food insecurity as well as recent violence in Juba and Wau.

La denuncia dell’UNICEF: in Africa centrale e orientale si registra il tasso più alto di analfabetismo fra i giovani. Le ragazze sono le più svantaggiate

Secondo l’UNICEF 3 giovani su 10 fra i 15 e i 24 anni, in tutto circa 59 milioni, che vivono in Paesi colpiti da conflitti o disastri sono analfabeti, un numero triplicato rispetto al tasso globale.

In Niger, nel Ciad, in Sud Sudan, nella Repubblica Centrafricana, tutti Paesi con una lunga storia di instabilità e alti livelli di povertà, si registrano i tassi di analfabetismo più alti fra i giovani, con, rispettivamente, il 76%, 69%, 68% e 64% dei giovani fra 15 e 24 anni incapaci di leggere o scrivere.

“Questi numeri ci ricordano il drammatico impatto che le crisi hanno sull’istruzione dei bambini, sul loro futuro e sulla stabilità e la crescita delle loro economie e società”, ha dichiarato il Direttore Generale dell’UNICEF, Henrietta H. Fore. “Un bambino senza istruzione che diventa un giovane non alfabetizzato, in un Paese distrutto a causa di conflitti o disastri, potrebbe rimanere escluso da molte possibilità” ha aggiunto.

Questa nuova analisi, calcolata utilizzando i tassi di alfabetizzazione dell’UNESCO in 27 Paesi in emergenza, inclusa nell’Humanitarian Action for Children, l’appello dell’UNICEF per l’intervento umanitario del 2018, viene lanciata in vista della conferenza di rifinanziamento della Global Partnership for Education, che si terrà questa settimana a Dakar, in Senegal.

L’analisi evidenzia inoltre che le ragazze e le giovani donne sono quelle con uno svantaggio maggiore nella lettura e nella scrittura: il 33% di loro in Paesi in situazioni di emergenza non riesce ad apprendere neppure le basi, rispetto al 24% dei ragazzi.

Ma, nonostante questo importante ruolo per ridurre le disuguaglianze, l’istruzione rimane fortemente sottofinanziata. Attualmente, solo il 3,6% dei finanziamenti umanitari va all’istruzione dei bambini che vivono in emergenza, rendendolo uno dei settori meno finanziati degli appelli umanitari. In generale, l’UNICEF stima che, nei prossimi quattro anni, spenderà approssimativamente 1 miliardo di dollari ogni anno in programmi per l’istruzione. Soltanto ieri, l’UNICEF ha lanciato un appello umanitario di 900 milioni di dollari per l’istruzione in Paesi colpiti da conflitti e disastri naturali.

L’UNICEF lavora in Paesi in tutto il mondo per portare i bambini a scuola e verso percorsi di apprendimento, anche fornendo opportunità di apprendimento non formale e rapido, formando gli insegnanti, riabilitando le scuole e distribuendo materiale e articoli scolastici.

In Africa centrale e orientale, dove si trovano i Paesi in stato di emergenza con il tasso più alto di analfabetismo fra i giovani, al 39%, e dove verrà ospitata la terza conferenza per il rifinanziamento, l’UNICEF lavora con diversi partner per aiutare i bambini ad apprendere nonostante conflitti e insicurezza. Una partnership con i governi del Camerun e del Niger, per esempio, sta aiutando a diffondere un programma radiofonico innovativo per l’istruzione, che offre una piattaforma di apprendimento alternativa per i bambini e i giovani in Paesi colpiti da crisi. Sono trasmessi via radio oltre 144 episodi per l’alfabetizzazione e le abilità di calcolo in francese, fula, hausa e kaori. Il programma sarà presto introdotto anche in Burkina Faso, Repubblica Centrafricana, Guinea e Guinea Bissau.

L’UNICEF invita i governi e altri partner ad agire per contrastare la crisi dell’istruzione che colpisce i bambini e i giovani in situazioni di emergenza:

“L’istruzione può salvare o distruggere il futuro di un bambino”, ha dichiarato la Fore. “Per tutti la chiave per usufruire pienamente dei benefici dell’apprendimento è avere un’istruzione della migliore qualità possibile, il più presto possibile” ha concluso.

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