Il Consiglio di Stato fa dietrofront e il Ministro dei Beni culturali sbotta: “Davvero difficile fare le riforme in Italia”
Nuovo capitolo della discussa nomina di direttori stranieri dei musei italiani prevista dalla cosiddetta “riforma Franceschini” e selezionati con un bando del Mibact. Il Consiglio di Stato, che aveva ribaltato la decisione dei Tar del Lazio, dando ragione al Ministero, con una nuova sentenza ha bocciato le nomine dei direttori stranieri dei musei.
Una decisione che ha fatto infuriare Franceschini: “Ci risiamo, davvero difficile fare le riforme nel nostro Paese. I Direttori di Museo scelti con la selezione internazionale, italiani o stranieri che siano, in soli due anni hanno portato a risultati straordinari, dai 12 milioni di visitatori in più al miglioramento dei servizi e dell’attività scientifica. Il loro lavoro ha fatto il giro del mondo, suscitando consensi e ammirazione per l’Italia” ha scritto sul suo profilo Facebook il Ministro.
“Sin dall’inizio la riforma ha incontrato resistenze di ogni tipo. Sono stati presentati decine di ricorsi, ci sono state 16 decisioni del Tar Lazio, 6 del Consiglio di Stato, l’ultima delle quali a favore della possibilità di nominare direttori stranieri. Ora invece lo stesso Consiglio di Stato cambia posizione e rimette la decisione che riguarda la nomina di Peter Assman, direttore del Palazzo Ducale di Mantova, all’Adunanza plenaria. Si ricomincia. E ci vorranno mesi per una decisione..” si legge ancora nel post di Franceschini.
“Io rispetto tutte le sentenze della Magistratura, e sono fiducioso della decisione finale, ma non posso che chiedermi: cosa penseranno nel mondo di un Paese in cui una riforma che ha funzionato viene rimessa continuamente in discussione? E cosa penseranno di noi quelle nazioni che da anni hanno direttori italiani a dirigere i loro musei più prestigiosi? E cosa penseranno quei cittadini che hanno visto il lavoro straordinario dei direttori degli Uffizi, di Brera, di Capodimonte, di Palazzo Ducale di Mantova, di Urbino, di Paestum?” conclude il ministro.
Direttori stranieri dei musei: la cronistoria
Sulla vicenda si era espresso, lo scorso Maggio, il TAR Lazio che aveva annullato la nomina di 5 dei nuovi direttori dei musei autonomi scatenando la rabbia di Franceschini.
I giudici del Tribunale amministrativo regionale si erano espressi sui ricorsi presentati da due candidati che avevano preso parte alla selezione del Mibact per l’incarico di direttore di musei italiani indetta con il bando del 7 Maggio 2015.
Uno dei ricorsi riguardava la selezione per la direzione del Palazzo Ducale di Mantova e della Galleria Estense di Modena. L’altro il Parco Archeologico di Paestum e i Musei Archeologici Nazionali di Taranto, Napoli e Reggio Calabria.
Tre, nello specifico, le motivazioni che avevano portato il Tar ad accogliere in parte i ricorsi e ad annullare le nomine. A finire nel mirino erano stati i criteri di valutazione dei candidati e i punteggi attribuiti, i colloqui avvenuti a porte chiuse e la partecipazione al concorso di candidati stranieri.
Il Ministero, a questo punto, aveva nominato cinque direttori ad interim per la gestione delle strutture coinvolte fino all’esito del ricorso al Consiglio di Stato che aveva dato parere positivo alla nomina dei direttori stranieri dei musei. Ora però, con l’era Franceschini agli sgoccioli, è arrivato il nuovo dietrofront del Consiglio di Stato con una nuova sentenza che boccia l’affidamento degli incarichi ai direttori stranieri dei musei italiani.