Codacons: ENI condannata dalla Corte d’appello di Roma, aveva dimenticato un numero nella bolletta
Importante vittoria del Codacons contro ENI Spa, in favore di un utente che si era visto recapitare un maxi conguaglio sbagliato in una bolletta. La Corte d’Appello di Roma ha infatti confermato la precedente sentenza del Tribunale, condannando la società dell’energia a risarcire un consumatore della capitale.
I fatti risalgono al 2010 quando il signor Luciano Soldà si vede recapitare da ENI una bolletta da 5.485,91 euro in cui venivano riportati consumi di gas eccessivamente elevati rispetto a tutte le precedenti letture del contatore. Il consumatore si rivolge così al Codacons che, visionata la documentazione e la maxi bolletta, si accorge di un errore compiuto da ENI nel calcolo del consumi: la società addetta alle rilevazioni dei consumi nella precedente lettura del 25.06.2009 dimentica di rilevare una cifra riportata dal contatore. Registra infatti consumi per mc 1863, assolutamente non in linea con le lettura successive (mc 18869 il 7.04.2010 e mc 19058 il 31.01.2011).
In sostanza l’ENI a fronte della contestazione del consumatore ha commesso un errore di gestione dell’utenza e non ha fornito la prova della correttezza delle letture dei consumi addebitati, pur avendo l’utente evidenziato la dimenticanza di un numero nella lettura del contatore causa del maxi-conguaglio ingiustificato. Di fronte alle richieste di correzione della fattura da parte dell’utente, la società opponeva un netto rifiuto, costringendo il consumatore a ricorrere alla giustizia attraverso l’avv. Cristina Adducci del Codacons.
Oggi la Corte d’Appello di Roma, come già aveva fatto in primo grado il Tribunale, riconosce le ragioni del sig. Soldà, rigettando il ricorso di ENI con una sentenza in cui si legge:
“le risultanze dei contatori ben possono essere contestate, come è accaduto nel caso in esame, restando in tal caso onere del somministrante dimostrare il corretto funzionamento del contatore e la corrispondenza tra il dato fornito e quello trascritto nella bolletta. Nel caso in esame non solo detta prova non è stata neppure dedotta, ma risulta semmai il contrario […] l’appellante ha svolto calcoli perlopiù incomprensibili diretti a dimostrare l’entità del consumo sostenuto dal Soldà, e comunque privi di qualsiasi concreto sostegno”.
“Il colosso dell’energia è stato sconfitto sia in Tribunale che in Corte dell’appello – spiega l’avv. Cristina Adducci del Codacons – e dovrà ora risarcire il consumatore con oltre 3.800 euro di spese legali”.