L’UNICEF annuncia la liberazione di oltre 300 minori tra cui 87 ragazze. Dal dicembre 2013 circa 19mila bambini soldato nel Paese
In Sud Sudan oltre 300 bambini soldato, tra cui 87 ragazze, sono stati rilasciati da gruppi armati, dando inizio a un processo che ci si aspetta porterà alla liberazione di almeno 700 minorenni nelle prossime settimane. È stato il primo rilascio di bambini soldato da parte di qualche gruppo armato in Sud Sudan da più di un anno.
“È un passo cruciale per raggiungere il nostro obiettivo finale di avere tutte le migliaia di bambini che ancora sono in gruppi armati, riuniti alle loro famiglie” ha dichiarato Mahimbo Mdoe, Rappresentante UNICEF in Sud Sudan.
“È il più grande rilascio di bambini soldato in quasi 3 anni ed è fondamentale che i negoziati continuino perchè ci siano molti altri giorni come questo” ha aggiunto.
Circa 215 baby combattenti sono stati rilasciati dal Movimento di Liberazione Nazionale del Sud Sudan (SSNLM), che nel 2016 ha sottoscritto un accordo di pace con il Governo e adesso sta integrando i suoi ranghi nell’esercito nazionale. Altri 96 sono stati rilasciati dall’Esercito di Liberazione del Popolo del Sudan – In Opposizione (SPLA-IO).
A luglio 2016, un’ondata di combattimenti nella regione ha rallentato i progressi compiuti nel garantire il rilascio di minori associati a forze armate, ma questo è un passo in avanti positivo. Durante la cerimonia di rilascio, i piccoli sono stati formalmente disarmati e hanno ricevuto abiti civili. Saranno poi sottoposti a visite mediche e riceveranno sostegno e supporto psicosociale come previsto dal programma di reintegro, che è stato implementato dall’UNICEF e i suoi partner.
Tutti coloro che hanno familiari nell’area saranno riuniti alle famiglie, mentre gli altri saranno trasferiti in centri di assistenza temporanei fino a quando le famiglie non saranno state rintracciate. Quando i bambini soldato tornano a casa, le famiglie per tre mesi ricevono assistenza alimentare per sostenere il reinserimento iniziale. Questi ragazzi/e seguiranno poi corsi di formazione con l’obiettivo di migliorare il reddito familiare e la sicurezza alimentare. Essere in grado di sostenersi economicamente può essere un fattore chiave per i minori che vengono associati a gruppi armati. Oltre ai servizi relativi ai mezzi di sostentamento, l’UNICEF e i suoi partner garantiranno che i bambini soldato rilasciati abbiano accesso a servizi scolastici specifici per l’età nelle scuole e a centri di apprendimento accelerato.
“Non tutti i minori sono reclutati con la forza. Molti si uniscono ai gruppi armati perché sentono di non aver alternative” ha dichiarato Mdoe. “La nostra priorità per questo gruppo e per i bambini di tutto il Sud Sudan è di garantire il supporto di cui hanno bisogno così che possano vedere un futuro più promettente” ha spiegato ancora.
È stato stimato che, a più di quattro dall’inizio del conflitto nel dicembre 2013, circa 19.000 bambini soldato continuino ad essere impiegati tra le fila di gruppi e forze armate. L’UNICEF continuerà a lavorare con tutte le parti in conflitto, nonché con l’UNMISS, per assicurare il futuro rilascio e reintegro di tutti i minori associati a gruppi armati attraverso un meticoloso processo di negoziazione, verifica e registrazione. L’UNICEF chiede 45 milioni di dollari per il 2018 utili per il rilascio, la smobilitazione e il reintegro di minori combattenti in tutto il Paese.