Per il Codacons “le diffide non bastano, servono multe milionarie agli operatori di telefonia”
Nuovo capitolo del caso delle bollette telefoniche a 28 giorni introdotte da ormai un anno dalle compagnie telefoniche e prossime alla cancellazione con il ritorno alla fatturazione mensile dopo gli interventi del Governo, dell’Agcom e del Tar del Lazio.
“Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, presieduto da Angelo Marcello Cardani, ha verificato la persistenza sul mercato di offerte di servizi di telefonia fissa o convergenti con cadenza di fatturazione 28 giorni, ed ha conseguentemente deciso di avviare nuovi procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori responsabili della reiterata violazione della delibera n. 121/17/CONS” si legge in una nota dell’Agcom.
“Su proposta del relatore Francesco Posteraro, l’Autorità ha altresì deliberato l’adozione di provvedimenti di diffida nei confronti di Tim, Wind Tre, Vodafone, Fastweb e Sky che non hanno rispettato le prescrizioni in materia di chiarezza, trasparenza e completezza delle informative rese agli utenti, per quanto concerne, in particolare, la precisa indicazione del prezzo di rinnovo delle offerte a fronte di modifiche contrattuali nella fase di ritorno alla cadenza mensile della fatturazione dei servizi di comunicazione elettronica” si legge ancora.
Al riguardo, l’Agcom ha inoltre sottolineato l’esigenza di chiarire che eventuali modifiche dei suddetti costi sono conseguenza esclusivamente di scelte degli operatori e non del ripristino della fatturazione su base mensile. Le diffide riguardano anche il mancato rispetto degli obblighi in materia di esercizio del diritto di recesso. L’Autorità ha messo in luce, a questo proposito, che:
- deve essere garantito il diritto di recedere o di passare ad altro operatore, senza penali né costi di disattivazione, anche in caso di recesso da contratti con offerte promozionali;
- l’eventuale esercizio del diritto di recesso dal contratto comporta il venir meno di obblighi di pagamento di canoni previsti per modem o decoder forniti dall’operatore, nonché di ulteriori oneri relativi a costi di attivazione;
- ai fini dell’esercizio del diritto di recesso devono poter essere impiegate tutte le medesime forme utilizzabili al momento dell’attivazione o dell’adesione al contratto.
Sulla vicenda delle bollette telefoniche a 28 giorni è intervenuto anche il Codacons. Per l’associazione dei consumatori “le diffide oramai non bastano: servono multe milionarie e iniziative come il nostro ricorso al Tar contro gli aumenti delle tariffe che sarà presentato a breve”.
“Provvedimenti come quello dell’Agcom sulle bollette telefoniche a 28 giorni non servono più, perché non hanno effetti deterrenti contro comportamenti lesivi dei diritti dei consumatori” spiega il presidente Carlo Rienzi.
“Ciò che serve sono multe milionarie in grado di arrecare un reale danno agli operatori delle telefonia e che abbiano una efficacia nell’interesse degli utenti, e iniziative come quella del Codacons che ha deciso di ricorrere al Tar del Lazio contro gli aumenti delle bollette telefoniche che scatteranno ad aprile” aggiunge.
“Abbiamo deciso di ricorrere ai giudici del Tar per impedire un danno da miliardi di euro ai consumatori italiani, che da aprile si ritroveranno in bolletta aumenti delle tariffe ingiusti, applicati per recuperare i mancati introiti delle bollette a 28 giorni. Una vicenda sulla quale indaga anche l’Antistrust a seguito di esposto Codacons per sospetto cartello anticoncorrenza” conclude Rienzi.