Studio Confesercenti: con aumenti aliquote IVA 23 miliardi di consumi in meno. Dallo zucchero alla carne, possibili rincari per i beni di prima necessità
Un eventuale incremento delle aliquote Iva a partire dal 2019 produrrebbe una stangata per gli italiani pari a +791 euro annui a famiglia solo di costi diretti. Lo afferma il Codacons, commentando lo studio di Confesercenti sugli effetti di una rimodulazione delle aliquote IVA a partire dal 2019.
“Se attuati, gli incrementi Iva previsti dalla Legge di bilancio si concretizzeranno in un massacro per le tasche delle famiglie” spiega il presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi.
“Solo per i costi diretti legali alle maggiori aliquote IVA l’aggravio di spesa si attesterà mediamente sui 791 euro a nucleo familiare, cui vanno aggiunti gli effetti indiretti legati al rincaro dei prezzi al dettaglio, che potrebbero portare la stangata totale a sfiorare i +1000 euro a famiglia su base annua” aggiunge.
“Un provvedimento che va evitato ad ogni costo perché avrebbe effetti depressivi sui consumi fino al -0,7% e un impatto negativo sul Pil. L’esperienza degli ultimi anni ha dimostrato come l’incremento delle aliquote Iva non ha prodotto i risultati sperati, perché le famiglie hanno reagito all’aumento dei prezzi al dettaglio riducendo i consumi, con conseguenze drastiche per il commercio e l’economia del Paese” conclude Rienzi.
Secondo Coldiretti, l’aumento delle aliquote IVA colpirebbe anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10 per cento e vino e birra con aliquota al 22% con effetti drammatici sui redditi delle famiglie più bisognose e sull’andamento dei consumi in settori come quello alimentare che è determinante per sostenere la ripresa in atto. La Confederazione rimarca dunque la necessità di inserire fin dal prossimo Def norme di sterilizzazione delle clausole di salvaguardia dell’Iva in una situazione in cui secondo Bankitalia in Italia quasi una persona su quattro è a rischio poverta.
Una necessità per scongiurare un duro colpo alla spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande dopo che nel 2017 e tornata ad aumentare del 3,2% dopo cinque anni di segno negativo secondo elaborazioni Coldiretti sulle rilevazioni Ismea Nielsen. La spesa alimentare è la principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 215 miliardi ed è quindi un elemento importante per la ripresa dell’economia.