Nei guai un senegalese e un sudanese incastrati dalle testimonianze dei migranti: avrebbero favorito l’ingresso di 99 cittadini extracomunitari
Sono due i presunti scafisti fermati dalla Polizia a seguito dello sbarco di migranti di ieri a Pozzallo. Gli agenti hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di un cittadino senegalese, classe ‘93, e di un cittadino sudanese, classe ‘89.
Come spiega la Polizia in una nota “secondo i testimoni sono loro i responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, poiché concorrevano con altri soggetti presenti in Libia, al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari”.
“Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante” si legge ancora nella nota.
I migranti sbarcati sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri. I migranti sono partiti dalla Libia ed hanno pagato circa 600 dollari cadauno.
Grazie alle loro testimonianze è emerso che i due scafisti si sono occupati, durante la traversata in mare, uno di timonare il gommone ed un altro di mantenere la rotta con la bussola.
Al termine delle indagini, gli scafisti sottoposti a fermo sono stati associati presso la casa circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea competente territorialmente.
Nel 2018 sono 8 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 112 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.