Triplicati i casi di morbillo nell’Unione europea in un solo anno. Gli europarlamentari temono l’impatto dei bassi tassi di vaccinazione sulla salute dei cittadini
Cos’hanno in comune vaiolo, poliomielite, morbillo, parotite e varicella? Sono tutte malattie che si possono prevenire con i vaccini. Milioni di persone hanno perso la vita e molte altre sono state vittime di gravi complicanze invalidanti tra cui cecità e paralisi a causa di queste malattie.
Il vaiolo è stato debellato grazie alla diffusione generalizzata dei vaccini e presto accadrà anche alla poliomielite, ma solo se si mantiene alta la guardia. Altre malattie sono ancora in circolazione, ma la loro portata è stata limitata grazie all’immunizzazione. Ne è un esempio il morbillo, un virus altamente contagioso che si diffonde per via aerea o attraverso superfici infette. Prima dell’arrivo del vaccino, introdotto nei primi anni ’60, il morbillo causava la morte di 2.6 milioni di persone ogni anno nel mondo. Nel 2016 i decessi sono stati 89.780, il dato più basso fino ad oggi.
Nel ventunesimo secolo la vaccinazione continua ad essere lo strumento più importante per la sanità pubblica. Salva la vita a quasi 3 milioni di persone ogni anno e il numero potrebbe aumentare di 1.5 milioni se solo si aumentasse la copertura del vaccino secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
Triplicati in un anno i casi di morbillo nell’UE
Sebbene i casi di infezione e morte da morbillo siano diminuiti nel mondo, nel 2017 ci sono stati 14.451 casi di morbillo nei paesi UE e dello spazio economico europeo, cioè tre volte tanto che nell’anno precedente, quando furono 4643. La Romania (5.560 casi) e l’Italia (5.004 casi) sono i paesi con il più alto numero di casi registrati nell’UE. Nell’87% dei casi si è trattato di individui non vaccinati. In Italia ci sono stati 82,5 casi di morbillo per milione di abitanti, cifra che mette l’Italia in terza posizione nella triste classifica del numero di casi di morbillo per numero di abitanti. Fonte: rapporto del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.
Perché aumentano i casi di morbillo nell’UE?
La misura più efficace per prevenire la diffusione di malattie come il morbillo è assicurare che il 95% della popolazione sia vaccinata con la somministrazione di due dosi di vaccino contro morbillo, orecchioni (parotite) e rosolia. Tuttavia, nell’UE solo Croazia, Ungheria, Lituania, Portogallo, Slovacchia, Spagna e Svezia hanno raggiunto gli obiettivi di vaccinazione per il 2016 stabiliti dall’OMS. L’Italia si trova purtroppo fra i paesi che non hanno raggiunto gli obiettivi di vaccinazione necessari per proteggere efficacemente la popolazione.
Gli eurodeputati mettono in guardia contro il calo delle vaccinazioni
La Commissione Ambiente e sanità ha adottato il 20 marzo 2018 una risoluzione che esprime preoccupazione per l’insufficiente copertura vaccinale dell’Europa e per le sue conseguenze sulla salute e sulla sanità. Le ragioni dietro a questi cali nelle vaccinazioni sono da cercare nelle differenti politiche pubbliche per il vaccino, nei costi dei vaccini che aumentano e anche nel rifiuto dei vaccini da parte di alcuni cittadini.
Nella bozza di risoluzione gli eurodeputati chiedono alla Commissione europea di facilitare una programmazione comune delle vaccinazioni nell’UE e di sostenere le iniziative di vaccinazione nazionali. I deputati hanno accolto con soddisfazione l’Accordo sugli appalti congiunto, che rende l’acquisto dei vaccini più economico per gli stati membri.
L’esitazione di fronte al vaccino
Gli eurodeputati sono particolarmente preoccupati del rifiuto delle persone di farsi vaccinare o di far vaccinare i propri figli. “Troppi genitori evitano i vaccini, quindi alcune serie malattie infettive stanno riemergendo” ha detto Elena Gentile, deputata italiana dei Socialisti e democratici e una dei sette relatori della bozza.
La reticenza al vaccino
I cittadini evitano i vaccini pensando che non siano importanti, perché a causa di decenni di campagne vaccinali le malattie non sono più così presenti nelle nostre vite. Ma li evitano anche perché pensano che non siano sicuri e che abbiano effetti collaterali pericolosi. Ad esempio, sebbene uno studio che lega vaccini a conseguenze per la persona sia stato smentito, queste accuse sopravvivono ancora in molti siti internet e sui social media.
“I nostri vaccini sono sicuri, c’è tanta disinformazione che diffonde l’idea che facciano ammalare le persone ma ciò non ha senso, non ha senso in maniera pericolosa” ha dichiarato Renate Sommer, co-relatrice, deputata tedesca del Partito popolare europeo.
Nella proposta di risoluzione gli eurodeputati hanno ben accolto il Piano d’azione congiunto per combattere la reticenza al vaccino e hanno presentato diverse misure per aumentare la trasparenza nella valutazione della sicurezza dei vaccini. Prevedono anche più campagne di comunicazione per combattere le informazioni false sui vaccini che circolano soprattutto online. L’italiano Marco Affronte, deputato dei Verdi, ha così commentato “Dobbiamo rassicurare le famiglie e combattere le bufale”.
I prossimi passi
Adesso è la volta dell’assemblea plenaria, che deve dare il proprio voto nei prossimi mesi. La Commissione europea ha previsto misure per la cooperazione europea contro le malattie prevenibili tramite vaccini entro l’estate.