Prima seduta di Camera e Senato: al via l’elezione dei presidenti


Dopo la rottura dell’intesa tra centrodestra e Movimento 5 stelle i partiti annunciano che voteranno scheda bianca. Le parole dei presidenti provvisori Giachetti e Napolitano

Dopo le elezioni del 4 marzo la XVIII legislatura è iniziata ufficialmente oggi con la prima seduta di Camera e Senato che devono eleggere i due rispettivi presidenti. Le ultime notizie da Montecitorio e Palazzo Madama.

Dopo le elezioni del 4 marzo la XVIII legislatura è iniziata ufficialmente oggi con la prima seduta di Camera e Senato che devono eleggere i due rispettivi presidenti. Più che fumata bianca, per oggi è attesa scheda bianca dopo l’intesa saltata ieri tra centrodestra e Movimento 5 stelle, in cui era prevista l’elezione di Roberto Fico a Montecitorio e di Paolo Romani a Palazzo Madama.

La situazione difficilmente si sbloccherà senza passi indietro dall’una e dall’altra parte: pentastellati, Partito democratico e Lega nei primi due scrutini hanno dichiarato che voteranno scheda bianca.

Il candidato premier del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, sul blog ufficiale del Movimento 5 stelle ha scritto: “Negli scrutini di oggi voteremo scheda bianca perché per il bene delle persone che vogliamo candidare alle presidenze non possiamo esporle ai giochi dei partiti finché non sarà chiaro il metodo con cui si vuole procedere. Nei prossimi giorni sapremo se per le altre forze politiche la volontà popolare conta ancora qualcosa oppure no”.

Anche il centrodestra si appresta a votare scheda bianca alla Camera secondo quanto affermato da Renato Brunetta (Forza Italia) e dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che non ha risparmiato una stoccata agli alleati forzisti: “Mi pare che lo stallo sia dovuto ad alcune impuntature che per certi versi trovo ancora un po’ infantili”.

Maurizio Martina, segretario reggente del Pd dopo l’addio di Renzi, ha spiegato che “ci troviamo in una fase di empasse determinata dal centrodestra e dal Movimento 5 stelle. Il metodo di lavoro che hanno condotto fin qui è chiaramente insufficiente vista la delicatezza di questo passaggio. Hanno deciso di giocare diverse parti in commedia. Nessuno di loro si assume una responsabilità piena e invece gioca sui tatticismi. Così il groviglio anziché districarsi si complica. Dobbiamo riconoscere che lo stallo dell’iniziativa è conclamato. Noi voteremo scheda bianca”.

La prima seduta della Camera

La Camera dei deputati si è riunita alle 11.00 per la prima seduta della XVIII legislatura. All’ordine del giorno figurano: la costituzione dell’Ufficio provvisorio di Presidenza; la costituzione della Giunta delle elezioni provvisoria e la proclamazione di deputati subentranti; l’elezione del Presidente che avrà luogo per scrutinio segreto. In base a quanto disposto dal Regolamento, la seduta è presieduta dall’onorevole Roberto Giachetti nella sua qualità di Vicepresidente più anziano per elezione tra quelli della Legislatura precedente.

In questi minuti è in corso la prima chiama della prima votazione per l’elezione a scrutinio segreto del Presidente della Camera dei deputati. Potete seguire la diretta sul canale satellitare della Camera e sulla WebTv http://webtv.camera.it/evento/12563.

“La democrazia pretende impegno e fatica, la rappresentanza impone responsabilità e rigore. L’ etica del confronto deve fondarsi sulla verità e non su logiche di interessi, di parte o, peggio, di propaganda permanente” sono state le parole pronunciate da Giachetti. “Auspico che sul tema del femminicidio che sta divenendo un’emergenza nel nostro Paese, ci si impegni tutti a realizzare ulteriori interventi legislativi volti non solo alla repressione ma anche e, soprattutto, alla prevenzione” ha aggiunto.

Giachetti ha poi ricordato il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro e degli agenti della sua scorta Jozzino, Leonardi, Ricci, Rivera, Zizzi “barbaramente uccisi per mano di uomini e donne senza pietà, nemici dello Stato e della democrazia”.

I primi voti alla Camera

Nella prima e nella seconda votazione per l’elezione del Presidente nessun deputato ha conseguito la maggioranza. In corso la terza votazione per cui la maggioranza richiesta è dei due terzi dei voti computando tra i voti anche le schede bianche. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti.

La prima seduta del Senato

L'applauso dei senatori a Liliana Segre, neo senatrice a vita, durante la prima seduta del Senato
L’applauso dei senatori a Liliana Segre, neo senatrice a vita, durante la prima seduta del Senato

Oggi, venerdì 23 marzo, è in corso di svolgimento anche la prima seduta della XVIII legislatura. Nell’ordine del giorno figura la costituzione dell’Ufficio di Presidenza provvisorio, la Convocazione della Giunta provvisoria per la verifica dei poteri e in seguito il Senato procede alla elezione del Presidente con votazione a scrutinio segreto.

È eletto chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato. Qualora non si raggiunga questa maggioranza neanche con un secondo scrutinio, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato detta maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età” (articolo 4).

Il Presidente provvisorio del Senato, Giorgio Napolitano, ha dato comunicazione della nomina di un nuovo Giudice Costituzionale, FrancescoViganò, e dell’elezione del nuovo Presidente della Consulta, Giorgio Lattanzi. In seguito ha comunicato all’Aula la nomina di Liliana Segre a Senatrice a Vita, per aver illustrato la Patria con altissimi meriti in campo sociale.

Il primo voto del Senato

Dopo la costituzione dell’Ufficio di Presidenza provvisorio, della Giunta provvisoria per la verifica dei poteri e la proclamazione dei senatori subentranti, ha avuto luogo la prima votazione per l’elezione del Presidente del Senato, con questo esito: 312 schede bianche e cinque voti dispersi. Dopo la sospensione dei lavori, alle 17 la seduta è ripresa con la seconda votazione.

Il discorso di Napolitano

“Questa 18ª legislatura nasce da un’ampia e appassionata partecipazione elettorale. Nostro punto di riferimento non possono dunque essere oggi che le espressioni della volontà popolare quali ne sono chiaramente scaturite. Il voto del 4 marzo ha rispecchiato un forte mutamento nel rapporto tra gli italiani e la politica quale si era venuta caratterizzando da non pochi anni a questa parte. Si è trattato di un voto che non solo ha travolto certezze e aspettative di forze politiche radicate da tempo nell’assetto istituzionale e di governo del Paese. Esso ha messo in questione tradizioni, visioni, sensibilità, che erano a lungo prevalse” ha affermato Napolitano.

“Gli elettori hanno premiato straordinariamente le formazioni politiche che hanno espresso le posizioni di più radicale contestazione, di vera e propria rottura rispetto al passato. La contestazione è scaturita da forti motivi sociali: disuguaglianze, ingiustizie, impoverimenti e arretramenti nella condizione di vasti ceti, comprendenti famiglie del popolo e della classe media. E in modo particolare ha pesato il senso di un cronico, intollerabile squilibrio tra Nord e Sud tale da generare una dilagante ribellione nelle regioni meridionali. Sono stati condannati in blocco – anche per i troppi esempi da essi dati di clientelismo e corruzione – i circoli dirigenti e i gruppi da tempo stancamente governanti in quelle Regioni. Queste reazioni hanno mostrato quanto poco avesse convinto l’auto-esaltazione dei risultati ottenuti negli ultimi anni da governi e da partiti di maggioranza” ha aggiunto l’ex Capo dello Stato attaccando il Pd.

“In termini politici generali, ha contato molto nelle scelte degli elettori il fatto che i cittadini abbiano sentito i partiti tradizionali lontani e chiusi rispetto alle sofferte vicende personali di tanti e a diffusi sentimenti di insicurezza e di allarme. Tutto ciò va messo in relazione con il tempo che stiamo vivendo. È il tempo della globalizzazione, della instabilità e della crisi generale della politica nei paesi dell’Occidente. È il tempo di incessanti, sconvolgenti cambiamenti negli equilibri mondiali. Cambiamenti sempre più difficili da padroneggiare: di qui l’inquietudine che è dilagata fra gli italiani. Sulla scena politica nazionale – ha proseguito – il voto del 4 marzo ha determinato un netto spartiacque, a inequivocabile vantaggio dei movimenti e delle coalizioni che hanno compiuto un balzo in avanti clamoroso nel consenso degli elettori e che quindi di fatto sono oggi candidati a governare il paese. In pari tempo, il partito che nella scorsa legislatura aveva guidato tre esecutivi ha subìto una drastica sconfitta ed è stato respinto all’opposizione”.

“Difficoltà peraltro nascono dal dato obbiettivo che nessuna delle forze premiate dagli elettori ha conquistato la maggioranza assoluta dei seggi nelle due Camere. Occorre comunque corrispondere alle scelte del corpo elettorale e delineare la strada per il prossimo futuro del Paese. E alcuni elementi possono concorrere ad allargare l’orizzonte. Si tratta in sostanza di far leva sull’interesse generale dell’Italia. Esso poggia innanzitutto sul senso, che non può mancare, di un comune destino italiano ed europeo. Per quanto anche a questo proposito nulla può più darsi per irreversibile o scontato. Infatti, a una larga parte degli elettori, l’Europa è apparsa più come un insieme di costrizioni che come un insieme di idealità e opportunità. Ed è apparsa segnata da divisioni e incertezze dinanzi all’ondata dei richiedenti asilo e al tema dell’immigrazione” ha affermato Napolitano.

“Ma tutto ciò non toglie che l’Europa resti il solo ancoraggio per un’Italia che voglia contare nel mondo globale. E con le istituzioni europee le nuove forze di governo e di opposizione italiane avranno da discutere e far valere le loro proposte circa gli indirizzi da seguire già tra breve in Europa. Ma nel quadro imprescindibile di rapporti anche giuridici e di interessi internazionali, rispetto a cui nessuno può pensare di ripartire da zero. Anche perché all’integrazione europea si debbono conquiste che nel nostro sentimento più profondo ci appartengono e che nessuno di noi può, a cuor leggero, lasciare che si dissolvano. Conquiste di pace, di sviluppo economico e qualità sociale, di diritti civili. Conquiste oggi purtroppo esposte a rischi estremi. Non esclusa la stessa, basilare, conquista della pace”.

“Fare i conti con queste incognite e complessità è, appunto, interesse generale dell’Italia, condivisibile da quanti rappresentano, pur da opposte sponde, l’Italia nel nuovo Parlamento. Aggiungo che nell’ulteriore sviluppo del confronto politico-istituzionale sulla base del voto del 4 marzo, bene comune da garantire al Paese – chiunque sia chiamato a governare – è la non violenza, lo scongiurare la violenza, in tutte le sue motivazioni e le sue forme” ha avvertito.

“Sappiamo dove possono condurre le spirali di violenza. Non dimentichiamo gli anni ’70; abbiamo appena ricordato l’anniversario della strage di Via Fani e quindi del rapimento e della tormentosa prigionia di Aldo Moro fino alla sua barbara uccisione. Ci resta e ci è caro il prezioso lascito della sua riflessione autocritica, del suo messaggio di libertà e di dialogo. Il confronto politico va tenuto libero anche da qualsiasi nostalgia o indulgenza verso il regime della violenza che col fascismo ha dominato per vent’anni l’Italia” sono state le parole di Napolitano.

“Infine, è da considerarsi meritorio e importante il fatto che le forze pronte a governare il Paese sulla base del consenso degli elettori abbiano dichiarato di volersi assumere le proprie responsabilità nel senso di evitare derive distruttive per il Paese. Di certo per aprire, nell’attuale scenario, nuove prospettive al Paese sono insieme essenziali il rispetto della volontà popolare e il rispetto delle prerogative del Presidente della Repubblica, al quale rivolgo a nome di voi tutti l’espressione calorosa della nostra stima e fiducia” ha concluso.