Coldiretti lancia l’allarme: bottino da 300 milioni di euro in un anno. Escalation preoccupante per gli agricoltori
Boom di furti nelle campagne con 300 milioni di euro di danni in un anno. È quanto stima la Coldiretti in relazione alle razzie che si moltiplicano nei campi italiani, da Nord a Sud. Gli agricoltori sono vittime di ogni genere di furti: dagli animali ai prodotti agricoli e attrezzature, una escalation di fenomeni criminali che colpisce e indebolisce il settore aumentando l’insicurezza su vita e lavoro. Dai macchinari agricoli in Lombardia ed Emilia Romagna agli ulivi e agli asparagi della Puglia, dalle mimose della Liguria alle arnie in Campania e Lombardia, dai limoni della Sicilia fino ai vivai della Toscana, i predoni delle campagne non risparmiano niente e nessuno.
“Non si tratta più soltanto di semplici ‘ladri di polli’ – osserva la Coldiretti – quanto di veri criminali, che mettono a segno raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole. C’è anche chi si sta organizzando con ronde e servizi di vigilanza notturni ma con il ripetersi di questi fenomeni molti imprenditori si stanno scoraggiando e addirittura non denunciano più le razzie”.
Per combattere i furti nelle campagne sono entrate in gioco anche le nuove tecnologie, come l’installazione di sistemi Gps sui trattori e di impianti d’allarme collegati alla centrale dei Carabinieri o della Polizia. Anche le telecamere con visione notturna possono rappresentare un sistema utile da applicare per prevenire i furti nelle campagne.
“In taluni casi si rendono necessari servizi di scorta e sorveglianza organizzati dagli agricoltori stessi. In parallelo all’aumento della criminalità nelle campagne – segnala la Coldiretti – si è sviluppata una strategia di contrasto al fenomeno con agricoltori organizzati sui social network per mettere in pratica i consigli dei Carabinieri o in gruppi di WhatsApp in cui scambiarsi informazioni e allertare gli iscritti in caso di presenze di auto o persone sospette. Una attività che si affianca a quella delle forze dell’ordine impegnate nel pattugliamento delle zone rurali”.
“La criminalità organizzata nelle campagne incide più a fondo nei beni e nella libertà delle persone perché, a differenza della criminalità urbana, può contare su un tessuto sociale e su condizioni di isolamento degli operatori. Si tratta dunque di lavorare per il superamento della situazione di solitudine invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio anche con l’ausilio delle nuove tecnologie” conclude il Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo.