Il fenomeno diffuso anche tra i cinesi che vivono in Italia, in particolare a Prato e Milano. Se ne è parlato al 6° congresso dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica dove è intervenuta una delegazione della Chinese association of aesthetic plastic surgeons Shenzen
“L’attrice Lucy Liu? Senza wang hong face in Cina faticherebbe a trovare marito: gli zigomi alti non piacciono per niente”. Parola dei chirurghi plastici cinesi intervenuti a Firenze al 6° congresso dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe).
“I canoni di bellezza cinesi sono molto diversi da quelli occidentali, da loro tutti vogliono la ‘wang hong face’, ossia un volto come quello delle superstar di internet” dice il presidente uscente di Aicpe, Eugenio Gandolfi.
Quello delle wang hong, che in mandarino significa celebrità di internet, è un fenomeno dilagante in Cina, un paese che conta 700 milioni di smartphone, dove è addirittura nato un corso universitario per diventare wang hong. Del resto, le influencer cinesi muovono un business di decine di milioni di dollari, destinato ad aumentare ancora nei prossimi anni: promuovono brand e prodotti, indirizzando i followers all’acquisto. Con ripercussioni anche sui modelli di bellezza.
“La wang hong face ha caratteristiche ben precise – ha spiegato la dottoressa Ying, membro della Chinese Association of Aesthetics Plastic Surgeons Shenzen, ai chirurghi plastici riuniti per il congresso Aicpe -. Il viso ideale è a forma di cuore, allungato, con mento sottile, fronte ampia e occhi grandi. Inoltre deve essere in 3D: non deve essere schiacciato, ma il profilo deve avere naso e mento ben pronunciati”.
Quella dei cinesi per la chirurgia plastica è una passione piuttosto recente, ma che ha già raggiunto numeri da capogiro: il fenomeno sta crescendo sei volte più in fretta rispetto al resto del mondo, con una crescita del 30% ogni anno. Secondo gli ultimi dati ufficiali Isaps, la Cina è il terzo paese al mondo per numero di interventi, ma c’è chi scommette che presto raggiungeremo il secondo posto del podio dietro gli Stati Uniti, sorpassando il Brasile.
“È la prima volta che avviene uno scambio ufficiale tra un’associazione scientifica italiana e una cinese nel campo dell’estetica, nell’ottica di una crescita reciproca – dice il presidente uscente di Aicpe, Eugenio Gandolfi -. I chirurghi plastici cinesi sono interessati alle novità presentate al nostro congresso, mentre per noi italiani è interessante conoscere da vicino un fenomeno nuovo: anche qui in Italia sono sempre di più i pazienti cinesi che si rivolgono al chirurgo plastico ed è bene conoscere le loro esigenze e peculiarità”.
Negli ultimi dieci anni il numero dei cinesi che fanno ricorso a chirurgia e medicina estetica è in costante crescita anche in Italia, in particolare nelle zone dove i cinesi sono più radicati, come Prato e Milano.
“Siamo felicissimi di essere qui in Italia, è la prima volta per noi – hanno detto i chirurghi plastici cinesi -. Per noi questo paese è sinonimo di bellezza. Il congresso Aicpe è stata un’importante occasione per conoscere i migliori chirurghi plastici italiani e stranieri ed apprendere le loro tecniche. Ci auguriamo che questa collaborazione prosegua in futuro in modo sempre più proficuo”
Anche in Italia, le comunità cinesi sono contagiate dalla passione per la chirurgia plastica che caratterizza il Paese d’origine. Un fenomeno che è più evidente a Milano e a Prato, in particolare, dove si trova la comunità cinese più importante d’Italia, nata negli anni ’70. “Le pazienti cinesi sono il 10-15% del totale – rileva Giovanni Salti, chirurgo plastico toscano socio di Aicpe – si tratta di donne giovani, quarant’anni o anche meno, che spesso appartengono a famiglie di imprenditori di seconda generazione. I canoni di bellezza sono quelli del paese d’origine: spesso mi mostrano foto tratte da siti cinesi, sono questi i modelli a cui si ispirano. Cercano armonia e bellezza e quindi preferiscono rivolgersi a medici italiani: per i cinesi, come per gran parte degli stranieri, italiano è garanzia di bellezza”.
Ecco le richieste principali dei pazienti cinesi di medicina e chirurgia estetica:
- Pelle perfetta: “Come tutti gli orientali, anche i cinesi hanno il culto di una pelle liscia ed eburnea, senza imperfezioni. Di solito hanno una pelle che tende a pigmentare facilmente e quindi ricorrono a laser e luci pulsate, oppure a botulino e filler per renderla più liscia. Le rughe invece causano meno problemi, anche perché di solito sembrano più giovani dell’età che hanno davvero” afferma Salti.
- Naso più sporgente. Spesso i cinesi hanno il naso molto piatto e schiacciato: “Per questo la richiesta è di renderlo più sporgente. Di solito si ricorre alla medicina estetica, con delle iniezioni di rinofiller che permettono di definire il dorso nasale, oppure alla chirurgia con la rinoplastica” dice lo specialista toscano.
- Polpacci più sottili. “Tra le cinesi, i polpacci sottili sono molto ambiti. Quindi spesso ricorrono a iniezioni di botulino che, atrofizzando il muscolo, lo rimpiccioliscono. È una pratica che in Italia è poco conosciuta, ma che in Cina è molto diffusa” aggiunge il socio Aicpe.
- Interventi sulle palpebre. A volte gli occhi presentano una doppia piega, che ha l’effetto di una tenda sopra gli occhi. “Rimuovendo l’epicanto, si ottiene uno sguardo più aperto, ma non si tratta di rinunciare agli occhi a mandorla” precisa Salti.
- Aumento del seno. Le cinesi spesso chiedono di aumentare il seno di qualche taglia, ma sempre in modo moderato. L’armonia è sempre il criterio che guida il loro approccio a medicina e chirurgia estetica.