Lottava da anni contro un tumore, rese grandi Cremonese, Atalanta e Torino: “Se ne va un pezzo di storia del nostro calcio”
A pochi giorni dalla scomparsa di Davide Astori, un altro lutto sconvolge il mondo del calcio: è morto nella notte all’età di 71 anni Emiliano Mondonico, per tutti “Il Mondo”. Dopo 7 anni di lotta indomita si è arreso all’ospedale di Milano, nel quale era ricoverato, a un tumore che l’aveva colpito a tradimento nel 2011. Allenatore simbolo, Mondonico ha lasciato ricordi indelebili in ognuna delle piazze dove ha allenato: Cremonese, Atalanta, Torino e Fiorentina su tutte ma anche Albinoleffe, Cosenza, Napoli, Novara.
Chi era Emiliano Mondonico
Emiliano Mondonico è nato a Rivolta d’Adda il 9 marzo del 1947. La sua carriera da giocatore ha in pratica ricalcato per quanto riguarda le società di appartenenza quella da allenatore. Spirito combattivo e sagacia tipica degli uomini della sua terra, ha sempre rivendicato e sue origini contadine, scherzando sempre sulla sua vita privata.
Dopo una carriera da giocatore spesa prevalentemente con la maglia della Cremonese con oltre 200 partite e 88 reti in grigiorosso, inizia la sua carriera da allenatore proprio nelle giovanili della Cremonese nel 1979, passando dopo tre anni a guidare la prima squadra e riportandola in serie A dopo 54 anni.
Nel 1986 una stagione al Como e poi nel 1987 il secondo dei suoi tre grandi amori: l’Atalanta.
Con i bergamaschi ottiene subito la promozione in serie A e poi li guida fino alla semifinale di Coppa delle Coppe persa di misura contro i belgi del Mechelen in un’avventura che, aveva entusiasmato tutta Italia. L’Atalanta sotto la sua guida diventa una terribile outsider piazzandosi per un paio di stagioni nei posti nobili della serie A, subito a ridosso delle grandi qualificandosi per la Coppa Uefa.
I grandi successi dell’Atalanta fanno innamorare di lui i dirigenti del Torino che nel 1990 lo portano sotto la Mole. Qui scoppia il terzo grande amore della sua vita. Con la maglia granata Mondonico raggiunge i suoi maggiori successi: nel 1991/92 terzo posto in campionato e finale di Coppa Uefa persa contro l’Ajax, quella della celebre sedia in mano alzata sopra la testa per protesta nei confronti dell’arbitro. L’anno successivo con il Toro vince la Coppa Italia in finale contro la Roma.
In quegli anni Atalanta e Torino se lo “litigano” e usano la sua bravura per tornare in A dopo la retrocessione. Infatti dal 1994 quattro anni a Bergamo e nel 1998 due anni di nuovo al Toro. Nel 2000 è il Napoli che lo chiama per cercare la salvezza che purtroppo non arriva.
Due anni al Cosenza poi nel 2003/2004 corona il sogno della sua carriera, allenare la squadra per cui ha sempre tifato: la Fiorentina riportandola in A dopo il fallimento.
Dopo l’esperienza viola approda all’Albinoleffe, poi Cremonese e ancora Albinoleffe. Proprio durante la sua permanenza all’Albinoleffe nel 2011 scopre la terribile malattia e da quel giorno lotta come ha fatto in campo e in panchina, raccontando a tutti la sua esperienza e il suo modo di affrontare la vita, tornando anche in panchina alla guida del Novara nel 2012.
Oltre alle straordinarie qualità di allenatore, di Emiliano Mondonico si è potuto apprezzare la grande umanità e il suo incessante impegno in ambito sociale. È stato un eccezionale esempio di integrità e di lealtà sportiva, dimostrando in passato grande vicinanza e partecipazione agli eventi e ai progetti sociali organizzati dalla Lega Serie A. Sempre disponibile ad intervenire soprattutto quando l’argomento principale era il calcio giovanile, “Il Mondo” è stato anche un grande amico dei ragazzi della “Junior TIM Cup – Il calcio negli Oratori”, il torneo di calcio di cui è stato testimonial.
L’Associazione Allenatori: “Esempio dell’ingegno italiano in panchina”
“Emiliano è stato un pezzo della nostra storia calcistica un altro esempio dell’ingegno italiano in panchina, portando Atalanta e Torino a giocare sui massimi palcoscenici italiani ed europei. Di lui ci mancheranno quella sua anima buona, il suo spirito battagliero e quella sua sagacia tattica che lo hanno portato ad allenare a grandi livelli” si legge sul sito dell’AIAC, l’Associazione Italiana Allenatori Calcio.
“Il presidente Renzo Ulivieri, il direttore generale Giuliano Ragonesi, il Consiglio Nazionale e tutta la grande famiglia AIAC piangono la scomparsa di Emiliano Mondonico. Ai suoi cari le condoglianze di tutta l’Associazione Italiana Allenatori Calcio”.
Il cordoglio della Lega serie A
“Il Commissario Straordinario della Lega Serie A Giovanni Malagò, i Vice Commissari Paolo Nicoletti e Bernardo Corradi, e il Direttore Generale Marco Brunelli, unitamente all’intera famiglia della Lega Serie A esprimono tutta la propria vicinanza alla famiglia Mondonico per la scomparsa di Emiliano, uno degli allenatori più amati e apprezzati di tutto il panorama calcistico italiano, che si è spento questa notte all’età di 71 anni”.
Il ricordo della Cremonese
“Uno fra i simboli più importanti della storia grigiorossa che ha saputo ritagliarsi uno spazio davvero notevole nel calcio nazionale. Geniale, ribelle, istrionico era amatissimo dai tifosi grigiorossi con i quali ha condiviso passione, gioie e trionfi. I numeri parlano chiaro: un centinaio di gol da giocatore (88 con la Cremonese in 224 presenze) e più di mille panchine fra i professionisti come allenatore (circa 200 in grigiorosso spalmate in 7 campionati). Sembra ieri, quando “el màgher de Riòlta” dava spettacolo nelle finali del CSI a Lovere con la squadra dell’oratorio, poi l’approdo alla Cremonese nel 1966. Sono passati ormai cinquant’anni dall’esordio in grigiorosso (festeggiato allo Zini lo scorso 13 novembre): 20 partite e 2 gol in serie C poi l’esplosione.
Nella stagione successiva, in serie D, è capocannoniere del girone con 17 gol e guida la Cremo alla promozione. Il Torino lo vuole: c’è da sostituire Gigi Meroni, e Mondo vola in serie A. Ma qualcosa non va. Due campionati con i granata, poi il Monza di Radice per finire all’Atalanta. Il richiamo di Cremona è però troppo forte, e Mondonico torna alla corte di Luzzara. E’il 1972 e giocherà per sette stagioni. La migliore? Certamente quella del 1974/75: ad aprile ha già messo a segno 20 reti (in 29 partite) ma a Solbiate Arno il ginocchio fa crac e mette fine al sogno di tornare nel calcio maggiore. Classe da vendere, ma discontinuo, alterna grandi giocate a lunghe pause dividendo spesso i tifosi in pro e contro. Nel febbraio ’77, il suo gol a Piacenza dà la scossa decisiva verso la promozione in B, esperienza che dura solo un anno. Nella stagione successiva, in C1, si divide fra panchina e Coverciano, dove frequenta con profitto il Supercorso da allenatore. Il 15 giugno 1979, dà l’addio al calcio giocato insieme a Luciano Cesini in una memorabile serata allo Zini ed entra a far parte dello staff tecnico del settore giovanile grigiorosso.
Arriva ad allenare la formazione Allievi (con Vialli e Galbagini) quando, dopo le dimissioni di Vincenzi nell’aprile dell’82, il tandem Luzzara-Miglioli gli affida la panchina della prima squadra che naviga in pessime acque in serie B. Sette partite incredibili e una salvezza miracolosa, gasano Cremona e la Cremonese che, contro ogni pronostico, nel 1982/83 sfiora la serie A mettendo in mostra un gioco da favola. L’appuntamento con la storia è rimandato di una sola stagione e, nel 1984, i grigiorossi tornano nella massima serie dopo 54 anni. Grande stratega in panchina mostra scarsa diplomazia davanti a microfoni e a taccuini: Mondo è così, prendere o lasciare. Il campionato di serie A 1984/85 è nettamente fuori portata per la Cremonese che retrocede pur giocando un ottimo calcio. Si ferma a Cremona anche nella stagione successiva per un interlocutorio campionato di B prima di passare al Como in A. Poi, in successione, Atalanta e Torino due volte, Napoli, Cosenza, Fiorentina e AlbinoLeffe. Nel suo palmares, una Coppa Italia e una Mitropa Cup con il Torino (oltre alla finale di Coppa Uefa con L’Aiax, dopo aver eliminato il Real Madrid, quella del famoso “gesto della sedia”) e altre quattro promozioni dalla B alla A.
Nel 2007 torna sulla panchina della Cremonese nel frattempo rilevata dal Cavalier Giovanni Arvedi: purtroppo le grandi aspettative e i sogni grigiorossi si infrangono sul Cittadella in quel maledetto pomeriggio del’8 giugno 2008. Nella stagione successiva, ancora tre mesi in panchina, da dicembre a marzo, poi le dimissioni. Nel 2009 rientra all’AlbinoLeffe per due stagioni segnate nel 2011 da una tenace lotta contro un terribile nemico che gli si era insediato nel ventre. Ha chiuso la sua carriera di mister con sei partite sulla panchina del Novara in serie A subentrando ad Attilio Tesser poi richiamato dalla dirigenza novarese. Negli ultimi anni ha proseguito la sua attività di commentatore sportivo senza mai dimenticare il legame con Cremona e la Cremo. Ciao “Mondo”, indomito cuore grigiorosso”.
Il ricordo del Torino
“Il Presidente Urbano Cairo e tutto il Torino Football Club – dirigenti, dipendenti, allenatori, calciatori, settore giovanile – profondamente addolorati, esprimono il commosso cordoglio e la vicinanza ai famigliari di Emiliano Mondonico, mancato oggi all’affetto dei suoi cari e dei suoi tantissimi amici. Ex calciatore granata e poi allenatore del Toro con cui ha vinto una Coppa Italia e la Mitropa Cup, Emiliano Mondonico è entrato nella storia della nostra Società e nel cuore di tutti i tifosi, oltre alle specifiche competenze, per il coraggio e per il suo spirito indomito, qualità che lo hanno anche contraddistinto come uomo sino all’ultimo. Il calcio perde un apprezzato professionista, il Toro piange un amico. Ciao Mondo, ci mancherai”.
Il ricordo dell’Atalanta
“Atalanta in lutto. È scomparso Emiliano Mondonico. Il Presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia Atalanta con grande commozione sono vicini alla moglie Carla, alle figlie Francesca e Clara, ai familiari tutti, e partecipano al loro profondo dolore. Emiliano Mondonico ha indossato la maglia nerazzurra prima da giocatore e quindi da allenatore scrivendo alcune delle pagine più importanti della storia dell’Atalanta. Guidò l’Atalanta dalla panchina per la prima volta nella stagione 1987-88 in Serie B. Quella fu una stagione incredibile visto che la squadra non solo ottenne immediatamente la promozione nella massima serie, ma fu protagonista dell’esaltante cavalcata in Coppa delle Coppe dove arrivò a disputare la semifinale contro il Mechelen. Nelle due successive stagioni ottenne un sesto (1988-’89) e un settimo posto (1989-’90) in Serie A con relativa qualificazione alla Coppa Uefa. Ritornò ad allenare l’Atalanta dal 1994 al 1998 con un’altra promozione in Serie A e la conquista della finale di Coppa Italia. In momenti come questo si fa sempre tanta fatica a trovare le parole, forse perché non ce ne sono. Se n’è andato un pezzo importante di storia atalantina, ma mai potrà essere dimenticato. Ciao mister, ciao “Mondo”…”.
Il ricordo della Fiorentina
“Proprietà, Dirigenza e tutta la Fiorentina si stringono alla famiglia per la scomparsa di Emiliano Mondonico. Emiliano, oltre ad essere stato un grande tifoso viola, è stato l’allenatore che ha riportato la Fiorentina in Serie A nel 2004 e per questo resterà per sempre nella nostra storia e nei nostri cuori. Mondonico è sempre rimasto vicino alla Fiorentina e siamo felici di averlo celebrato in occasione della festa dei 90 anni della Società Viola, come uno dei più importanti allenatori della storia gigliata”.
Il ricordo dell’Albinoleffe
“Tutto l’ambiente bluceleste è in lutto per la scomparsa di Emiliano Mondonico. La società, in tutte le sue componenti, esprime la propria vicinanza ai suoi affetti più cari in questo momento di profondo dolore. “Il Mondo” s’è seduto per la prima volta sulla panchina dell’AlbinoLeffe nel 2005/06, ottenendo una storica permanenza in B, per poi centrare il decimo posto nella stagione successiva. Tornò in bluceleste nel 2009/10, confermandosi in categoria, per poi ripartire nel campionato successivo ed ottenere un’altra indimenticabile salvezza. Stimato e benvoluto da chiunque l’abbia conosciuto, lascia un vuoto importante all’interno della nostra grande famiglia che mai lo dimenticherà. Ciao Mondo”.
Il ricordo del Novara
“45 giorni trascorsi assieme ti sono bastati per lasciare un segno fatto di semplicità, correttezza e professionalità, oltre che di vittorie che resteranno per sempre. Saremo eternamente onorati di averti accolto nella nostra storia. Ciao Mister!”.
Il ricordo dell’UNICEF
“A nome dell’UNICEF Italia, vogliamo esprimere il nostro più sentito cordoglio per la perdita di Emiliano Mondonico impegnato al fianco dell’UNICEF per i tanti bambini vulnerabili. Lo ricordiamo con molto affetto” – ha dichiarato Giacomo Guerrera, Presidente dell’UNICEF Italia. Nominato testimonial dell’UNICEF Italia Il 26 marzo 2013 “per i suoi meriti sportivi e per la passione che lo ha contraddistinto nella promozione di uno sport autentico, soprattutto a favore dei giovani“, Emiliano Mondonico è stato al fianco dell’UNICEF in diverse iniziative dedicate ai bambini.