Blitz della Polizia tra Roma e Latina: in manette 5 presunti jihadisti vicini ad Anis Amri, l’attentatore di Berlino
Anis Amri, l’attentatore che si schiantò con un tir sulla folla al mercatino di Natale di Berlino e fu poi ucciso in uno scontro a fuoco con la Polizia alla periferia di Milano, poteva contare su una rete di fiancheggiatori italiana, smantellata oggi in un’operazione anti terrorismo tra Latina e Roma. Nel blitz sono stati impegnati agenti della Direzione centrale della polizia di prevenzione e della Digos che hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Roma Costantino De Robbio nell’ambito di un’indagine coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Sergio Colaiocco.
Le misure cautelari, spiegano in una nota le Digos di Roma e Latina, “riguardano il 38enne sedicente cittadino palestinese Napulsi Abdel Salem, attualmente detenuto per stupefacenti, per addestramento ad attività con finalità di terrorismo e condotte con finalità di terrorismo nonché quattro cittadini tunisini accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: il 52enne Baazaoui Mohamed, il 29enne Baazaoui Dhiaddine, il 30enne Baazaoui Rabie ed il 32enne Baazaoui Akram”.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori “quest’ultimo avrebbe dovuto procurare falsi documenti di identità all’attentatore di Berlino Anis Amri per permettergli di lasciare l’Italia e recarsi all’estero”.
I cinque presunti jihadisti della rete di Anis Amri sono accusati di addestramento e attività con finalità di terrorismo internazionale, associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione di documenti ed al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Le indagini sono iniziate dopo l’attacco al mercatino natalizio di Berlino effettuato dal terrorista tunisino Anis Amri, ospitato da un suo connazionale ad Aprilia, in provincia di Latina),nel 2015 e le cui dichiarazioni hanno contribuito all’indagine. Gli approfondimenti hanno permesso di ricostruire la rete relazionale del terrorista tunisino nel periodo della sua permanenza in Italia fino alla partenza per la Germania avvenuta il 2 luglio 2015. L’indagine ha ricostruito in particolare gli spostamenti e le relazioni del terrorista nel periodo che va dal suo arrivo al Centro di permanenza per i rimpatri di Pian del Lago (Caltanissetta) fino alla partenza per la Germania.
Operazione "Mosaico" contro il #terrorismo internazionale della rete di #AnisAmri
Sono in corso perquisizioni nelle province di Latina, Roma,
Caserta, Napoli, Matera e Viterbo. pic.twitter.com/xFr8AtF51I— Polizia di Stato (@poliziadistato) March 29, 2018
“In tale quadro, sono stati nel tempo individuati e monitorati vari stranieri gravitanti nell’area pontina e nel territorio della Capitale, alcuni dei quali espulsi con provvedimenti del ministro dell’Interno in quanto ritenuti una minaccia per la sicurezza dello Stato. Un mirato servizio di polizia giudiziaria ha consentito di rinvenire nell’abitazione romana di Napulsi, oltre che un consistente quantitativo di eroina per il quale è attualmente in carcere, un tablet la cui analisi ha evidenziato la sua attività di auto-addestramento attraverso la visione compulsiva di video di propaganda riconducibili al terrorismo islamico ed altri riguardanti l’acquisto e l’uso di armi da fuoco, tra cui fucili e lanciarazzi” spiegano le Digos.
Eseguite anche numerose perquisizioni nelle province di Latina, Roma, Caserta, Napoli, Matera e Viterbo. L’attività investigativa ha permesso di individuare e monitorare vari stranieri gravitanti nell’area pontina e nel territorio della Capitale, alcuni dei quali sono stati espulsi con provvedimenti del Ministro dell’Interno in quanto ritenuti una minaccia per la sicurezza dello Stato.
Numerose le intercettazioni telefoniche e ambientali incentrate su visioni radicali dell’Islam, caratterizzate da una forte ostilità per gli occidentali e i loro costumi, rappresentate da espressioni verbali come: “tagliare la gola e i genitali” agli “infedeli”.
Gli arresti della rete di Anis Amri arrivano subito dopo altre due operazioni contro il terrorismo internazionale che hanno portato all’arresto di un italiano di origini egiziane a Foggia e di un 23enne italiano di origini marocchine nel Torinese.
Roma blindata: ecco il piano sicurezza
Intanto, in vista della Pasqua, a Roma sono stati definiti i dettaglia del piano di sicurezza che, nell’arco di cinque giorni a partire da oggi, prevede l’impiego di 10.000 uomini h 24, per garantire la sicurezza sia del “quotidiano” della Capitale che dei sette eventi di rilievo presieduti dal Santo Padre, Papa Francesco.
Il piano, previsto in una ordinanza di servizio di 52 pagine, si dispiega sin dalle periferie anche con controlli mirati nei pressi delle occupazioni, dove sono presenti numerosi cittadini stranieri provenienti dagli sbarchi.
Privilegiata l’attività di polizia di tipo palese, per alimentare la percezione di sicurezza dei numerosi turisti e pellegrini in arrivo a Roma, per un weekend pasquale che va verso il tutto esaurito.
Sorvegliata speciale la “green zone”, dove le forze dell’ordine saranno supportate da un reticolo di telecamere di videosorveglianza che conta oltre un centinaio di apparati.
Misure particolari sono previste per la via crucis al Colosseo, nella serata di venerdì, e per la Santa Messa del giorno di Pasqua, entrambe celebrate dal Papa.
Doppia area di sicurezza per entrambi gli eventi; nove varchi controllati con metal detector per la via crucis; sette varchi per l’area di San Pietro.
A supporto dell’attività delle pattuglie ordinarie, in campo i reparti speciali della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, impiegati in funzione di prevenzione ma pronti ad intervenire in caso di criticità.
“Ogni singolo agente è determinante”, ha detto il Questore di Roma Guido Marino agli agenti del Reparto Mobile di Roma, ai quali ha voluto chiedere personalmente, come a tutti i poliziotti, un’ennesima prova di capacità operativa, allo scopo di custodire la sicurezza dei cittadini.