Sciopero in Toscana ed Emilia-Romagna per protestare contro i negozi aperti la domenica e per le festività. Ma l’associazione dei consumatori contrattacca: “Aiutano il commercio ma i diritti dei lavoratori vanno rispettati”
Bufera sui negozi aperti a Pasqua e Pasquetta, e in diverse regioni italiane sarà sciopero nel commercio per continuare a contrastare le liberalizzazioni delle aperture domenicali e festive.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs Toscana hanno proclamato l’astensione dal lavoro e lo sciopero per le prossime festività: “La completa liberalizzazione degli orari e delle aperture domenicali e festive, anno dopo anno, si sta rivelando disastrosa, non ha portato nessun aumento dell’occupazione e nessun aumento dei consumi, come dimostrano i tanti negozi dei centri storici chiusi e le procedure di licenziamento fatte dalle aziende della Grande Distribuzione, anche quelle che hanno scelto il ‘sempre aperto h24’. Sono peggiorate le condizioni di lavoro, gli orari, la vita delle lavoratrici e dei lavoratori, è aumentata solo la precarietà. No a lavorare per le feste!” si legge in una nota.
Contro i negozi aperti a Pasqua e Pasquetta, anche Filcams, Fisascat e Uiltucs dell’Emilia Romagna hanno proclamato, in occasione delle festività pasquali, uno sciopero per il giorno 1° aprile 2018 e astensione dal lavoro per il 2 aprile, invitando i lavoratori del commercio e gli addetti di tutte le attività svolte all’interno dei centri commerciali ad aderire astenendosi dal lavoro nelle festività.
Codacons: polemiche ipocrite
Per l’associazione dei consumatori le polemiche sollevate da alcuni organizzazioni sindacali sui negozi aperti a Pasqua e Pasquetta sono però “ipocrite”.
“Fa sorridere che chi oggi protesta contro la possibilità degli esercizi commerciali di rimanere aperti anche nei giorni festivi, siano gli stessi soggetti che piangono la crisi del commercio e la forte disoccupazione in Italia” afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.
“Un corto circuito ipocrita che vede coinvolti in modo diretto i consumatori i quali, al contrario, concentrano i propri acquisti proprio la domenica e nei giorni di festa, ossia in quei giorni in cui sono più liberi di uscire, girare per negozi e fare compere” aggiunge.
“Siamo assolutamente favorevoli alla possibilità che gli esercizi commerciali rimangano aperti a Pasqua e Pasquetta, perché in un momento storico in cui le vendite registrano dati disastrosi occorre creare occasioni di acquisto per salvare il commercio” sottolinea Rienzi.
“Il vero nodo, semmai, è il rispetto dei diritti dei lavoratori, che devono poter scegliere in modo volontario se lavorare o meno durante le festività, e ai quali deve essere riconosciuto un equo compenso per l’attività svolta nelle giornate festive” conclude.