Coldiretti: con i dazi sulla soia americana esportata in Cina il rischio è di aumenti a livello mondiale dei prezzi della carne
L’aumento del prezzo mondiale della carne potrebbe essere il primo effetto sui consumatori della guerra dei dazi che si allarga alla soia, la prima voce delle esportazioni agricole statunitensi verso la Cina con un controvalore di oltre 12 miliardi di dollari nel 2017. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in rifermento all’annuncio del piano del ministero del commercio cinese volto a introdurre nuovi dazi su 106 prodotti statunitensi tra cui auto, prodotti chimici, aerei e soprattutto la soia. “La soia – sottolinea la Coldiretti – è uno dei prodotti agricoli più coltivati nel mondo, largamente usato per l’alimentazione degli animali da allevamento, con gli Stati Uniti che si contendono con il Brasile il primato globale nei raccolti seguiti, sul podio, dall’Argentina per un totale dell’80% dei raccolti mondiali”.
A seguito della guerra dei dazi gli operatori cinesi potrebbero decidere di sostituire le forniture dagli Usa con la produzione raccolta in Brasile, da dove già arriva circa la metà delle importazioni del gigante orientale, con uno sconvolgimento del mercato mondiale e ripercussioni sui costi dell’allevamento e sui prezzi di vendita della carne.
“L’Unione Europea – continua la Coldiretti – è il secondo importatore al mondo di soia, dopo la Cina, e un andamento anomalo delle quotazioni metterebbe a rischio la competitività degli allevamenti e la produzione di carne anche nel Vecchio Continente. Un problema che riguarda anche l’Italia che è il primo produttore europeo con circa il 50% della soia coltivata e un raccolto pari a tre volte quella del secondo paese che è la Francia”.
“L’estendersi della guerra dei dazi tra i due giganti dell’economia mondiale ai prodotti agroalimentare apre scenari inediti e preoccupanti nel commercio mondiale anche con il rischio di anomali afflussi di prodotti sul mercato comunitario che potrebbero deprimere le quotazioni. Una situazione che – conclude la Coldiretti – va attentamente monitorata per verificare l’opportunità di attivare, nel caso di necessità, misure di intervento straordinarie”.