La settimana prossima testo in votazione al Parlamento europeo. Il nuovo regolamento entrerà in vigore il 1 gennaio 2021
Arrivano nuove norme a livello europeo sulla produzione biologica, pensate per garantire la qualità degli alimenti, proteggere l’ambiente e assicurare il benessere degli animali lungo tutta la catena di produzione.
Sempre più europei infatti acquistano prodotti “bio”, cioè ottenuti seguendo processi naturali a partire da materie prime naturali. I prodotti alimentari biologici non sono più un mercato di nicchia, nonostante in Europa ancora rappresentino una piccola parte della produzione agricola totale.
Che cosa significa produzione biologica
L’Unione europea definisce produzione biologica un sistema agricolo sostenibile che rispetti l’ambiente e il benessere degli animali. Sono compresi nella definizione anche tutti gli altri stadi della catena produttiva (fornitura di materie prime, trasformazione, stoccaggio, trasporto, distribuzione e vendita al dettaglio).
Le regole europee per la produzione biologica
Il regolamento dell’UE sulla produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici garantisce il rispetto in tutta Europa degli stessi standard di alta qualità. Le regole si riferiscono a pratiche agricole e di acquacoltura, lavorazione ed etichettatura di prodotti alimentari, procedure di certificazione per gli imprenditori agricoli e importazione di prodotti biologici che provengono da paesi non appartenenti all’UE.
Gli imprenditori agricoli dell’UE che producono prodotti biologici utilizzano fonti di energia e risorse naturali in modo responsabile, promuovono il benessere degli animali e contribuiscono a mantenere la biodiversità, l’equilibrio ecologico e la qualità del suolo e dell’acqua.
Le tecniche di agricoltura biologica comprendono:
- Rotazione delle colture per un uso efficiente delle risorse;
- Divieto dell’uso di pesticidi chimici e fertilizzanti artificiali;
- Limiti molto rigorosi per l’utilizzo di antibiotici destinati agli animali da allevamento;
- Divieto dell’uso di organismi geneticamente modificati (OMG);
- Utilizzo di risorse in loco per i fertilizzanti naturali e i mangimi;
- Allevamento a terra e all’aria aperta e utilizzo di mangimi biologici;
- Utilizzo di pratiche zootecniche adatte alle specifiche esigenze degli animali.
Il mercato del “bio”
Il mercato biologico dell’UE si è costantemente ampliato fino a raggiungere oggi un valore di circa €30.7 miliardi all’anno. Nonostante negli anni i terreni agricoli dedicati alla produzione biologica siano aumentati, questi rappresentano ancora solamente circa il 7% di tutti i terreni coltivabili. Per quanto riguarda l’Italia, la percentuale di terreni agricoli destinati al biologico arriva al 14%. Il divario tra domanda e offerta è colmato dall’aumento delle importazioni.
Le nuove regole sulla produzione biologica
Il settore ha subìto dei grandi cambiamenti che hanno reso necessario modificare il regolamento sulla produzione biologica e sull’etichettatura dei prodotti biologici per rispondere alle nuove esigenze.
Per prima cosa sono previsti controlli più severi, svolti almeno una volta all’anno per tutti gli operatori coinvolti nella catena di produzione (agricoltori, allevatori, responsabili della lavorazione, commercianti, importatori). I controlli si riducono a una volta ogni due anni in caso nessuna infrazione venga riscontrata per tre anni consecutivi.
Bisogna inoltre assicurare una concorrenza più equa: i produttori dei Paesi terzi che vogliono vendere i propri prodotti nell’UE devono rispettare le stesse regole che si applicano ai produttori all’interno dell’UE (principio di conformità). Le regole in vigore, secondo le quali i Paesi non appartenenti all’UE devono rispettare degli standard simili ma non uguali (principio di equivalenza), verranno gradualmente eliminate.
La contaminazione con i pesticidi deve essere controllata: gli agricoltori devono prendere delle misure precauzionali per evitare la contaminazione “accidentale” con pesticidi o fertilizzanti non autorizzati, ad esempio a causa della vicinanza a colture di tipo tradizionale. Un prodotto perde il suo status di biologico qualora la contaminazione sia dovuta a comportamenti fraudolenti o negligenti. Gli stati membri che prevedono delle soglie per la presenza di sostanze non autorizzate negli alimenti biologici possono continuare ad applicarle, ma hanno l’obbligo di far entrare nel proprio mercato altri alimenti biologici provenienti dagli stati membri dell’UE. La Commissione europea valuterà le regole relative all’anti-contaminazione entro il 2025.
Per permettere che questo si realizzi è necessario migliorare l’approvvigionamento di animali e sementi biologiche: in ogni stato membro si prevede la creazione di un database per verificare la disponibilità di animali allevati secondo metodi bio e sementi biologiche.
Il regolamento sulla produzione biologica prevede imprese agricole miste: gli imprenditori agricoli possono produrre alimenti sia tradizionali sia biologici, ma devono tenere le attività chiaramente separate.
Per un piccolo produttore non è sempre facile ottenere le certificazioni necessarie, per questo il regolamento prevede la semplificazione delle procedure per gli imprenditori agricoli di piccole dimensioni.
La nuova normativa si applica anche a nuovi prodotti come sale, sughero e oli essenziali, con la possibilità in futuro di aggiungere ulteriori nuovi prodotti.
I prossimi passi
Martedì 17 aprile 2018 gli eurodeputati discuteranno la relazione sulla modifica del regolamento sulla produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici redatta dal deputato tedesco dei Verdi Martin Häusling, per poi procedere mercoledì 18 alla votazione. Il nuovo regolamento entrerà in vigore il 1 gennaio 2021, dopo aver ottenuto l’approvazione formale da parte del Parlamento e del Consiglio.